16/02/2018

AMPLIAMENTO ITALPIZZA/2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

L’approvazione della delibera è stata preceduta dall’intervento di diversi consiglieri

L’approvazione della delibera sul permesso di costruire in deroga per l’ampliamento dello stabilimento di Italpizza (a favore Pd, Art.1 – Mdp – Per me Modena, CambiaModena, FI e Idea popolo e libertà, astenuto M5s) e di un ordine del giorno della maggioranza è stata preceduta dall’intervento di diversi consiglieri.

Andrea Galli, capogruppo di FI, ha affermato: “La delibera non può che trovarci d'accordo, come tutti gli interventi per agevolare l'espansione delle attività. L'ordine del giorno cerca di richiamare l'attenzione sulla necessità per le aziende di non ridurre la qualità in ragione dei costi. Chiediamoci perché le aziende per avere giusti margini finiscono per ricorrere a situazioni come le cooperative spurie: è un tema che ci deve fortemente attenzionare. È strano che in una azienda come questa solo 80 lavoratori siano assunti mentre gli altri 500, impiegati tramite appalto, abbiano un contratto che non c'entra con quello alimentare. Bisogna rispettare le leggi e avere maggiore attenzione nei confronti dei lavoratori”.

Antonio Montanini di CambiaModena ha ripercorso le origini dell’azienda, ricordando che dopo un periodo in cui la società, fondata da due italiani, era divenuta di proprietà di un fondo straniero, uno dei fondatori l’ha recentemente riacquistata con l’intento di rilanciarla. Montanini ha poi precisato che “la legge consente l’impiego di lavoratori esterni solo in determinate fasi del processo e questo consente di avere flessibilità, qualità o rotazione che diversamente non sarebbe possibile avere. La situazione all’Italpizza non può essere paragonata alla vicenda Castelfrigo perché in questo caso tutte le verifiche vengono fatte e vengono rispettati i diritti dei lavoratori; bisogna fare attenzione a non mescolare le cose e a non etichettare un'azienda che può risentirne”.

Marco Cugusi di Art.1 – Mdp – Per me Modena ha evidenziato l’importanza di prendere provvedimenti di tipo urbanistico per l’espansione di attività “ma non senza chiedere il rispetto dei principi dei lavoratori. Lungi da noi – ha proseguito – penalizzare l’attività di Italpizza e non è nostra intenzione dire che è uguale a Castelfrigo. Crediamo solo che, se una parte dei lavoratori è impiegata in logistica, un'altra dovrebbe essere impiegata nell'alimentare, nella produzione, e che questa azienda debba competere sul mercato italiano e internazionale puntando sull'innovazione e sulla qualità del prodotto”. Per Marco Chincarini “non si può che guardare favorevolmente l'applicazione dello Sblocca Modena per ampliare l'attività dell'azienda. Ben vengano realtà come l’Italpizza che prospettano uno sviluppo, ma con l’ordine del giorno chiediamo che diventi un modello di qualità del lavoro. È un'occasione per parlare del tema dell'utilizzo degli appalti; un’attenzione che dobbiamo porci politicamente e dobbiamo portare ai nostri tavoli: come stiamo facendo sviluppare il nostro territorio? Con che tipo di qualità? Chiediamo che si discuta, che venga monitorata la situazione in città e che si porti il tema all'attenzione del Parlamento”. Il capogruppo Paolo Trande si è detto contento “che questa azienda sia in salute e voglia crescere; dimostra che c’è un management di valore. Abbiamo però voluto evidenziare un elemento che sempre di più si va diffondendo nella nostra economia sul territorio: il modello che viene proposto è quello di lavoratori esterni che si vengono a trovare in posizione di minore dignità e valore rispetto ad altri lavoratori. È un modello ingiusto che rischia nel tempo di non tenere e non è il modello emiliano-romagnolo. Non possiamo pensare di continuare a comprimere il costo del lavoro per aumentare la competitività, abbiamo bisogno che la domanda interna riprenda attraverso l'aumento dei salari”.

Luca Fantoni del M5s ha sottolineato che “il problema è proprio nella gestione dei contratti delle cooperative che operano in questi servizi. Questo è uno dei temi che il territorio modenese deve portare avanti: c’è un problema nella gestione dell’esternalizzazione dei servizi (cooperative spurie, scorretta gestione dei contratti) che non riguarda l’azienda in sé, ma il comparto. È giusto porre l’attenzione su questo aspetto e portare ai parlamentari l'istanza affinché vadano a legiferare un sistema di regole in grado di risolvere tale problema sociale presente anche nella nostra realtà provinciale”.

Per il Pd, Carmelo De Lillo ha evidenziato che “nel dibattito ha preso il sopravvento questa mozione che riguarda una situazione diversa da Italpizza e che meritava una discussione a parte in modo da non coprire il contenuto della delibera di urbanistica. Il permesso di costruire in deroga ha per oggetto la richiesta di ampliamento di una società modenese volta ad aumentare la produzione di qualità di prodotti italiani, che porterà alla riqualificazione di un’area e all’aumento di posti di lavoro. L’ordine del giorno – ha aggiunto – coglie la delibera su Italpizza come un pretesto per parlare di un problema molto più grande che guarda molto in là”. Antonio Carpentieri ha precisato che “Italpizza, oltre al merito di guardare all’espansione, per la propria attività utilizza moltissimo, in modo lecito, forme corrette di somministrazione del lavoro dal punto di vista contrattuale. Non c'entra la situazione Castelfrigo, che è totalmente diversa; qui non si parla di cooperative spurie o di appalti irregolari, non di licenziamenti ma di assunzioni. Il tema politico è quello degli appalti, cui non può rispondere il Consiglio o il sindaco, ma sul quale possiamo portare l’attenzione di Roma che, dal punto di vista legislativo, deve farsene carico: perché si appaltano così tanto i servizi in modo continuativo? Perché le aziende non sono nelle condizioni fiscali, normative, regolamentari di prendere altre persone internamente?”.

In chiusura di dibattito il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha definito Italpizza “un valore”, un’impresa “che impiega 740 persone ed esporta il prodotto più riconosciuto del Made in Italy nel mondo, la pizza fatta a mano e cotta nel forno a legna, che viene prodotta con metodologie di qualità che hanno permesso all’azienda di rimanere nel settore e di garantire una tenuta occupazionale”. Il sindaco ha poi convenuto sulla necessità di “fare di tutto perché a Roma venga affrontata la questione e si creino modelli competitivi. Si deve sgomberare il campo dal tema contrattuale: l’impresa deve essere di qualità ma in grado di competere sui livelli internazionali anche rimanendo qui. Il Tavolo istituzionale per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva – ha infine concluso – farà da stimolatore ma non può entrare nel merito dell'attività contrattuale che va affrontata da altri soggetti”.

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