Via libera alla acquisizione in proprietà da parte dei residenti di 42 alloggi e pertinenze del comparto Peep 60 “Salvo d’Acquisto est”, in via Paolo Borsellino, attraverso l’eliminazione del vincolo alla locazione permanente e con deroga alla pubblicazione di avviso pubblico di manifestazione di interesse per la locazione.
Lo ha deciso il Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 8 novembre approvando ad unanimità, con l’astensione di Lega nord, la delibera illustrata dall’assessora Anna Maria Vandelli.
La delibera va ad applicare il nuovo Regolamento per l’edilizia convenzionata e agevolata, che agli articoli 21 e 22 prevede proprio la facoltà di riscatto dal vincolo di destinazione alla locazione, dopo un periodo minimo di 4 anni e se l’alloggio risulta libero al momento della richiesta, a seguito di approvazione comunale e con il pagamento del contributo perequativo pari al 10 per cento del prezzo di vendita massimo di cessione di ciascuna unità abitativa. Gli immobili, di proprietà della Società cooperativa in liquidazione Salvo D’Acquisto di cui i residenti fanno parte, sono otto alloggi in via Borsellino 177, 14 alloggi al civico 220, 12 alloggi al civico 223 e otto alloggi al civico 233.
“A causa di una non chiara gestione societaria, attualmente oggetto di indagine giudiziaria, a opera dei soci promotori della società – ha spiegato l’assessora – e dell’inesperienza dei soci conduttori, estranei al mondo imprenditoriale e del commercio, la cooperativa versa in condizioni economiche gravi ed è in stato di liquidazione volontaria e le precarie condizioni economiche della stessa si riflettono sui nuclei familiari che risiedono negli alloggi. Questi anticiparono ai soci promotori della cooperativa forti somme di denaro destinate all’acquisto degli immobili e lamentano di aver subito raggiri ed errate informazioni rispetto alla regolarità del contratto che avrebbero dovuto stipulare, al punto da aver presentato denuncia ed estromesso dalla società i soci promotori”.
Vandelli ha spiegato che l’Amministrazione, ritenendo violato il vincolo di destinazione alla locazione dell’alloggio, ha emesso nei confronti della cooperativa un provvedimento sanzionatorio, su cui quest’ultima ha presentato ricorso al Tar, respinto, e ora al Consiglio di Stato.
“I soci conduttori – ha proseguito – hanno utilizzato i risparmi di una vita di lavoro e avviato mutui per finanziare la costruzione degli edifici; riportano inoltre la loro completa estraneità rispetto a qualunque intento speculativo o commerciale. Un eventuale mancato accoglimento delle istanze presentate dalla cooperativa, oltre a comportare un grave danno patrimoniale per le famiglie interessate, costringendole tra l’altro a trovare un nuovo alloggio, si porrebbe anche in contrasto con l’interesse pubblico di reperire abitazioni da destinare a residenza a favore di famiglie con difficoltà economiche. Si ritiene pertanto opportuno – ha affermato – consentire alla cooperativa la vendita dei singoli alloggi alle famiglie che vi risiedono e di eliminare il vincolo di destinazione alla locazione anche su due alloggi attualmente occupati senza titolo allo scopo di arrivare a sciogliere la compagine sociale”.
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