“Le leggi razziali sono leggi di estrema disumanizzazione che riducono le persone a non persone. Quello che è successo va conosciuto per poterlo attualizzare e quindi cambiare, ed è questo l’obiettivo del lavoro che portiamo avanti da diversi anni con il comitato per la storia e le memorie del Novecento”. Lo ha detto il vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Modena Gianpietro Cavazza intervenendo nel dibattito che ha portato all’approvazione dei tre ordini del giorno presentati in occasione dell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali. “Oggi la politica è prevalentemente comunicazione – ha proseguito Cavazza – e dobbiamo essere molto attenti all’uso delle parole perché spesso vengono usate come proiettili per ottenere un effetto specifico su un target determinato di popolazione. Certe parole servono per disumanizzare l’altro e di questo dobbiamo essere consapevoli”.
Aprendo il dibattito per il Pd, Caterina Liotti ha evidenziato l’importanza di “fare memoria degli eventi e delle persone che hanno segnato la storia della città in particolare in momenti così tragici. Formiggini decide di mettere fine alla sua vita di fronte alle leggi razziali che avevano ristretto le sue possibilità di proseguire nelle sue attività di intellettuale e di editore. Dedicandogli uno spazio mettiamo un segno sulla città. La toponomastica – ha aggiunto – aiuta a informare e a fare memoria, facendo incontrare figure di cui le persone, e i ragazzi in paricolare, non hanno mai sentito parlare”. Federica Di Padova ha sottolineato che le leggi razziali non furono imposte in nessun modo dall’alleanza con la Germania nazista ma furono una “legislazione precisa e strutturata, il fisiologico punto di arrivo del razzismo connaturato al regime fascista. Ci piace pensare agli italiani come brava gente ma in quegli anni non furono bravi: le leggi razziali non suscitarono lo sdegno dovuto e ci furono molti solerti funzionari che le applicarono in modo capillare, colpendo soprattutto gli ebrei stranieri che avevano pensato di trovare rifugio in Italia”. Per Simona Arletti in Italia si sta creando “un’emergenza culturale: dobbiamo stare attenti a non sottovalutare i segnali di razzismo nei confronti di chi viene da altri paesi e far capire che non si accettano battute né atti intimidatori né altre forme di razzismo. Come amministratori abbiamo la responsabilità di dare il buon esempio, ribadire il no al razzismo e lavorare con le scuole e le altre istituzioni in modo che questa concezione si radichi”. Anche Antonio Carpentieri ha rimarcato l’attualità del tema del razzismo, “gli episodi recenti confermano che è un fatto e non un giudizio o una fissazione che abbiamo noi di sinistra. Possiamo pensare che siano pochi: ma quanti ne devono accadere prima di poter pensare che c’è un mondo che sta cambiando atteggiamento?”.
Secondo Luigia Santoro, Lega nord, “il Pd non si smentisce e strumentalizza l’anniversario delle leggi razziali per condannare episodi di violenza commessi da singole persone. Non si capisce quale sia il nesso, anche perché gli episodi di violenza non sono solo commessi da italiani contro stranieri, ma piuttosto il contrario. Avrei preferito – ha concluso la consigliera – che in questa occasione si ricordassero i martiri delle foibe e le violenze commesse dai partigiani contro i civili”.
Annunciando il voto a favore su tutti gli ordini del giorno, Giuseppe Pellacani, Energie per l’Italia, ha detto di credere che “la maggioranza degli italiani non sia razzista, lo dimostra la buona accoglienza nei confronti di chi italiano non è. Quella forma di razzismo che identifica l’altro come un pericolo va combattuta e sicuramente l’onda emotiva di oggi nasce anche da una propaganda politica. Dobbiamo però riconoscere che in questi anni l’immigrazione è stata gestita male: non dobbiamo fare del diverso un nemico ma chiediamo attenzione nel governare l’immigrazione”.
Per Domenico Campana, Art.1-Mdp-Per me Modena, “la vergogna delle leggi razziali fu l’esito di un processo che rischia di tornare: dobbiamo vigilare perché è molto facile ricadere nella dicotomia amico-nemico che trova anche delle sponde politico-culturali con il ‘prima gli italiani’. Dovremmo ricordare gli avvenimenti di 80 anni fa avendo in mente le emergenze di oggi perché la razza non esiste biologicamente ma il razzismo sì. E per combatterlo servono l’istruzione, la parola, la cultura”.
Andrea Galli, Fi, ha esordito affermando che “il Consiglio avrebbe potuto fare di meglio sottoscrivendo un documento comune anche per quanto riguarda il no al razzismo. L’ordine del giorno presentato, invece, è pretestuoso e richiama episodi di razzismo che tali non erano montando una campagna d’odio sul falso”. Il consigliere ha invece apprezzato il documento che ricorda Formiggini, “un modenese che ha sacrificato la vita per mostrare il suo disprezzo verso le leggi razziali. Una scelta di dignità e coraggio che, finalmente a 80 anni di distanza, ricordiamo con maggior consapevolezza”.
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