Sono 95 le delibere approvate dal Consiglio comunale di Modena nelle 32 sedute effettuate nel 2017; 85 gli ordini del giorno discussi e votati e 148 le istanze, tra interrogazioni e interpellanze, affrontate. La partecipazione dei consiglieri ha visto una presenza media del 91,29 per cento.
Oltre alle 32 sedute dell’assemblea consiliare, nel 2017 ci sono state altrettante conferenze dei capigruppo e 80 sedute delle commissioni, di cui 26 della commissione Seta (Programmazione territorio, sviluppo economico e tutela ambientale), 22 della commissione Risorse (Risorse finanziarie, umane e strumentali e affari generali), 12 della commissione Servizi (Servizi culturali, educativi, sportivi e del tempo libero), 6 della commissione Affari istituzionali e 14 commissioni congiunte.
“Anche nel 2017 – commenta la presidente del Consiglio Francesca Maletti – è stato confermato l’alto livello di rispetto istituzionale, la collaborazione e l’impegno di tutti i consiglieri, sia di minoranza sia di maggioranza, per svolgere la funzione di indirizzo e di controllo che compete al Consiglio Comunale”. La presidente ha poi ricordato che a breve sarà presentato in Aula il Bilancio preventivo 2018-2020 “che vedrà impegnati i consiglieri ad approfondire i temi che riguardano la qualità della vita dei cittadini modenesi e gli investimenti futuri per creare occupazione, benessere e servizi”.
Per il vicepresidente Mario Bussetti è “rilevante come sempre la mole di lavoro del Consiglio comunale, per questo il primo dato che stride è il basso numero di occorrenze della Commissione Affari Istituzionali. Dopo l’importante risultato politico dell’approvazione dello Statuto, molto lento è il percorso che dovrebbe condurre alla modifica del Regolamento degli Istituti di partecipazione, indispensabile per rendere operativi per i cittadini i nuovi strumenti. Anche sui nuovi Quartieri siamo fermi. Tale lentezza – prosegue Bussetti – porta poi a procrastinare un altro importante argomento, vale a dire gli attuali limiti delle Commissioni. A causa del rapporto tra mole di documenti e tempi stretti per la loro lettura, raramente le Commissioni consiliari riescono a svolgere fino in fondo il loro prezioso ruolo di momento di approfondimento e di dibattito ‘tecnico’. Finora non siamo riusciti (e forse non riusciremo) ad entrare nel merito di proposte che possano rendere le Commissioni un vero snodo del dibattito costruttivo. In assenza dei necessari tempi e modalità per un’analisi accurata delle delibere, infatti, il centro del discorso si sposta troppo spesso sulle prese di posizione politiche, rigide nel loro canovaccio ma poco utili ai modenesi. Infine – aggiunge il vicepresidente – quello che dovrebbe essere il punto più alto della democrazia cittadina ha un ruolo ‘vuoto’ in almeno due ambiti. Il primo è quello dell’urbanistica, dove - soprattutto con lo Sblocca Modena - il Consiglio fa pressoché da passacarte, al punto che ci sono stati casi in cui i lavori e gli interventi che dovrebbe autorizzare iniziano di fatto ancora prima che la specifica delibera venga votata. Inoltre, troppo silenzioso è il ruolo fin qui disegnato per il Consiglio anche nel percorso delle nomine in Enti partecipati dal Comune”.
Dei 31 consiglieri in Aula, oltre alla presidente Maletti, sono sette quelli che hanno risposto presente all’appello in tutte le sedute (Carmelo De Lillo, Marco Forghieri, Diego Lenzini, Federica Venturelli, Andrea Galli, Marco Rabboni ed Elisabetta Scardozzi) e sono sette anche i consiglieri che ne hanno mancata solo una (Grazia Baracchi, Andrea Bortolamasi, Antonio Carpentieri, Fabio Poggi, Adolfo Morandi, Francesco Rocco e Vincenzo Walter Stella).
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