"Tra la dirigenza e i lavoratori di Seta è in corso una trattativa sindacale e l’Amministrazione ha fatto tutto il possibile affinché le parti continuassero la discussione per arrivare a una armonizzazione del trattamento dei lavoratori nelle singole sedi, condizione essenziale per poter affrontare mercato e partecipare alle gare di appalto. Non buttiamola in politica perché non aiuta a raggiungere l’obiettivo, credo condiviso, della pace sociale nell’azienda”.
Lo ha detto l’assessore alla Mobilità del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 13 luglio, rispondendo all’interrogazione trasformata in interpellanza di FI illustrata da Andrea Galli sulla situazione tra i dipendenti e la dirigenza Seta.
Il consigliere ha riportato la notizia che oltre 40 dipendenti di Seta si sarebbero visti recapitare una lettera di sospensione per essersi rifiutati di effettuare dello “straordinario obbligatorio”, vietato dallo Statuto dei lavoratori se non in casi assolutamente straordinari. “A Modena – ha affermato – non dovrebbero essere permessi comportamenti palesemente antisindacali da ‘Padroni delle Ferriere’ di ottocentesca memoria, soprattutto in un Azienda ‘comunale’. Galli ha quindi chiesto se l’Amministrazione è ancora socia di maggioranza di Seta, “se ritiene auspicabile un cambio di passo da parte di chi sta conducendo una politica talmente antisindacale da scontentare tutti; se è concorde con la politica intrapresa dalla dirigenza di Seta di taglio dei posti di lavoro, aumento delle ore di lavoro, taglio dei tempi accessori; se ritiene possibile che lo straordinario obbligatorio sia imposto senza riguardo a propri impegni famigliari o extralavorativi” e comunicato sui totem e non con comunicazione più diretta; e “se ritiene corretto in un azienda pubblica distribuire come premio di risultato 605 mila euro divisi tra gli oltre 1.000 dipendenti e 103 mila ai quattro dirigenti”.
L’assessore ha spiegato che “nella trattativa sindacale le parti fanno il loro mestiere e, dopo una proposta per un accordo dell’azienda, lo scorso 30 marzo, qualche giorno fa i sindacati hanno presentato una controproposta alla dirigenza, che la sta esaminando. A un primo sguardo – ha aggiunto – non pare però coerente con l’obiettivo dell’armonizzazione, che non è solo di Seta ma è condiviso dalla Regione e da tutti i soggetti coinvolti”.
Giacobazzi ha sottolineato che “il Contratto collettivo nazionale di lavoro firmato a fine 2015 prevede la possibilità di esigere in una settimana fino a 50 ore lavorative.
Queste esigenze straordinarie – ha continuato – sono state causate da una situazione di incremento del 44 per cento di malattie tra i lavoratori”. L’assessore ha poi precisato che “il Comune non è mai stato socio di maggioranza di Seta, ma possiede solo una quota dell’11-12 per cento”, che “non c’è alcun taglio del personale in quanto il saldo tra assunti e pensionamenti negli ultimi mesi vede un aumento di otto persone”, che sulla ripartizione dei premi di produttività esiste un accordo sindacale e che la comunicazione tramite totem è prevista dal regolamento “e nessuno prima d’ora si è mai lamentato per questa modalità”.
Sul tema è intervenuto Antonio Carpentieri del Pd, che ha sottolineato come “il primario interesse è che l’azienda dia un buon servizio ai cittadini, con la premessa del rispetto dei diritti e della qualità del lavoro dei dipendenti. È indispensabile però – ha aggiunto – che il Consiglio si tenga fuori dalle trattative tra le parti: non è utile a nessuno parteggiare per una parte rispetto all’altra. La scelta che le parti sociali hanno fatto qualche mese fa – ha detto ancora – è di uniformare diritti e doveri di tutti i lavoratori dei vari territori, così come è giusto che gli utenti abbiano più o meno lo stesso servizio in tutti i territori”.
Marco Cugusi di Art.1 – Mdp ha parlato di “problema che si protrae da troppo tempo: tanti gli scioperi e i segnali di malessere che non sono ancora risolti. Non dobbiamo entrare nella dinamica della trattativa – ha evidenziato – ma il ricorso massiccio agli straordinari fa si che la situazione straordinaria diventi ordinaria. Vista la situazione talmente incancrenita abbiamo proposto di utilizzare figura terza tra rappresentanti dei lavoratori e dell’azienda per mediare e consentire il funzionamento del servizio nell’interesse di chi lavora, di chi dirige e dei cittadini”.
Nella replica, Andrea Galli ha sottolineato che “non è possibile che i lavoratori aderiscano allo sciopero all’85 per cento a Modena. L’Amministrazione comunale di Modena non sarà proprietaria di maggioranza, ma è il socio con la quota più alta e nomina il presidente”. Il consigliere ha inoltre aggiunto che “formalmente la contrattazione deve rimanere tra le parti, ma ci sono lavoratori che guidano autobus vecchi per 12-14 ore di fila, al di là di stare all’interno delle ore settimanali pattuite”, inoltre “quando lo straordinario obbligatorio è così frequente non è più straordinario e si tratta di utilizzo dello strumento per evitare di assumere”.
In chiusura di dibattito, l’assessore ha chiarito che “sono le parti a dover scegliere il ricorso all’arbitrato da parte di un soggetto terzo, non può farlo il Comune e i sindacati non hanno mai fatto cenno a questa ipotesi”. Giacobazzi ha infine escluso che “i dipendenti facciano 12-14 ore di fila di guida” come riportato dal consigliere Galli.
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