Tre sono i santi che “vegliano” su Modena. San Geminiano, patrono della città, la cui festività si celebra il 31 gennaio, è affiancato, infatti, da due compatroni: Sant'Omobono, la cui ricorrenza cade il 13 novembre, e San Contardo d'Este, che si festeggia il 16 aprile. Alla figura di quest’ultimo, discendente della famiglia dei duchi d’Este, pellegrino che rinunziò ai beni terreni, l’Archivio storico del Comune di Modena sta dedicando approfondimenti che hanno portato alla realizzazione di un videodocumentario e porteranno a una mostra nel prossimo giugno. Il filmato, a cura di Bee Communication, vuole far conoscere ai Modenesi e non solo la vicenda di San Contardo, compatrono da fine 1600 festeggiato solennemente fino al 1800, documentandone l'iconografia e approfondendo, attraverso carte e documenti conservati in Archivio, le tradizioni legate al suo culto. L’audiovisivo mira invece a ripercorrere i luoghi modenesi legati al santo Estense, in un itinerario “contardiano” tra le carte d'archivio, le chiese cittadine e altri luoghi legati al suo culto, al fine di arricchire il percorso espositivo e creare uno strumento da poter utilizzare per scopi didattici e di promozione nell'ambito delle attività che l'Archivio di Palazzo dei Musei organizza per scuole e gruppi di interesse.
Recenti studi e ricerche documentarie, infatti, hanno recuperato la memoria storica di Contardo grazie alle preziose fonti documentarie conservate negli archivi di Broni, Modena, Ferrara e Zocca, luoghi e comunità legate al culto contardiano: quella di Broni dove sono custodite le sue spoglie, quella di Modena, dove si recupera la sua memoria quale compatrono, quella di Ferrara, estense prima di Modena, quella di Zocca, dove la chiesa dell’antico borgo gli era dedicata.
Contardo, figlio di Aldobrandino I d’Este signore di Ferrara, crebbe orfano del padre sotto la protezione dello zio Azzo VII alla corte estense di Ferrara, in un clima di forte spiritualità e di raffinata cultura. Un ambiente che favorì la radicale scelta di vita che portò il giovane sulle strade d’Italia e d’Europa con il voto di raggiungere a piedi in pellegrinaggio Santiago, in povertà e preghiera, rinunciando al potere politico, alla ricchezza e alle prerogative di primogenito di Casa d’Este.
Qualche anno dopo il suo pellegrinaggio verso Santiago, nel 1288, la sua famiglia avrebbe legato la propria storia a quella di Modena che, nel 1598, sarebbe diventata la capitale del Ducato, la sede della corte e il fulcro della storia estense.
Contardo, subito santo a Broni di Pavia nel 1249 per devozione ed acclamazione popolare, canonizzato da papa Urbano VIII nel 1628, fu acclamato nel 1698 dal Consiglio dei Conservatori di Modena patrono “non principale” della città.
Il viaggio nella storia di Contardo diventa così anche un percorso tra le opere d’arte presenti in città che, toccando le chiese del centro storico, ci testimonia un tassello importante della storia civile e religiosa di Modena. Artisti famosi, tra i quali il Boulanger e lo Stringa, furono chiamati ad immortalare la figura del pellegrino che morì sulla strada per Santiago di Compostela nella lontana Galizia, simbolo di umiltà e serena accettazione della vita in nome della fede, compatrono di Modena.
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