“Se ci sono responsabilità di ieri, e ne vedo poche, comunque non possono bloccare lo sviluppo di domani. Quella che abbiamo messo in campo con il Progetto periferie è una scelta politica molto forte, che mette al centro una strategia di rigenerazione. Ringrazio coloro che hanno lavorato al progetto con la testa e con il cuore e che hanno permesso di intercettare questi finanziamenti. Continueremo a fare le cose perché questo è il nostro progetto politico”.
Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli intervenendo nel dibattito che ha preceduto l’approvazione del masterplan del “Progetto Periferie. Rigenerazione e innovazione” in Consiglio comunale (a favore della delibera sulle linee di indirizzo Pd e Art.1 - Mdp, contrari M5s e astensione di FI e Per me Modena), così come dell’ordine del giorno presentato in corso di seduta da Pd e Art.1 – Mdp (a favore Pd, Art.1 – Mdp, Per me Modena, astenuti FI e M5s).
Per il M5s, Marco Bortolotti ha parlato di “facciata che renderebbe soddisfatti, ma il luccichio rischia di essere un vuoto riflesso”, in quanto “l’area è stata lasciata nel degrado e stigmatizzata come un ghetto per molto tempo. Da 15-20 anni è stata lasciata così ma quando qualcuno si prenderà il merito della ricostruzione si aspetterà anche di ricevere un grazie e non chiederà scusa per aver lasciato per tanto tempo i cittadini della zona nella condizione in cui sono”. Anche per Luca Fantoni “il degrado in quell’area deriva da errori di progettazione, che è fallita per un vecchio concetto di urbanizzazione in cui si programmava di introdurre nuove abitazioni. Ci vuole memoria – ha proseguito – prima di guardare al futuro con questo masterplan, che arriva dal passato. L’abbiamo turato fuori dal cassetto quasi pronto: ci viene proposto e ne stiamo parlando, ma ci sarà veramente occasione di partecipazione per i cittadini per arricchire questo progetto?”.
Adolfo Morandi (FI) ha affermato: “Non posso che essere contento che il progetto abbia ottenuto risorse dallo Stato, ma la progettazione della riqualificazione dell’area nord avviene con molto ritardo rispetto a quello che si doveva fare: le Amministrazioni che si sono succedute hanno grosse responsabilità a partire dal blocco per anni sull’ex Consorzio Agrario. L’area risulta ad oggi ancora in forte degrado per colpa di errori – ha concluso – spero che davvero ora la situazione si sblocchi”.
Per il Pd, Simona Arletti si è detta orgogliosa “che la nostra città sia l’unico capoluogo in regione che ha ottenuto un finanziamento così consistente: 18 milioni. Sono una prosecuzione dell’impegno dell’Amministrazione – ha continuato – che può avere avuto ritardi, ma non è rimasta ferma. Sono stati diversi i momenti in cui su questa area abbiamo provato a progettare e a dare impulso. Se è stato ottenuto un risultato di questo tipo è perché c’è stata competenza, capacità e qualità di lavoro da parte della struttura”. Per Federica Venturelli “Modena ha saputo e sa essere innovativa. Non possiamo trascurare alcune problematiche – ha aggiunto – come la costruzione di periferie che inclinano il delicato equilibrio tra la parte della città costruita più recentemente e il centro storico. Accolgo quindi con soddisfazione la scelta del Governo di finanziare il progetto di riqualificazione dell’area nord a Modena, che consente alla zona di reintegrarsi nel tessuto cittadino cercando anche di colmare vuoti degli ultimi anni”. Antonio Carpentieri ha precisato che “alcuni errori o situazioni di fatto che oggi ci ritroviamo in questa parte di città dipendono da una serie di fattori che hanno caratterizzato gli ultimi decenni della città. L’Errenord – ha continuato – è frutto di un intervento edilizio degli anni 60 sfociato in un abuso edilizio subito dall’Amministrazione, che è stato sanato dalle leggi dello Stato. L’ex Consorzio Agrario è rimasto fermo per diverso tempo, ma era diventato uno scheletro di cemento che non sarebbe stato utile se non a portare altro degrado”. Anche Diego Lenzini ha convenuto che “ci sono stati errori che però partono da lontano, da problemi nello sviluppo della città”. Il consigliere ha evidenziato che “avremmo potuto non fare il progetto e non trovarci i 18 milioni di finanziamento che sono la chiave per la riqualificazione dell’area, perché senza i 7 del Comune sarebbero stati pochi e i privati non ne avrebbero messi altri 30. Avremmo potuto vincere il bando e andare a riqualificare un quadrante, mentre la cosa positiva del masterplan è che guarda fuori da un quadrante, a un’intera zona”. Per Fabio Poggi ci sono alcune parole chiave: “rivoluzione per la città, rigenerazione, masterplan e fortissima condivisione, in particolare nella collaborazione tra pubblico e privato. Queste linee di indirizzo non sono nulla di quanto fatto fino adesso, è un piano chiaro e condiviso dalle parti che delinea strategia molto precisa dal punto di vista degli obiettivi e con un’ottica che va oltre. Bisogna cogliere questa opportunità – ha aggiunto – come formazione, sperimentazione, per trasformare questa modalità nel nostro modo di disegnare il futuro urbanistico della città”.
Anche Vincenzo Walter Stella di Art.1 - Mdp ha espresso un “giudizio positivo” sul masterplan e sui risultati ottenuti. “La progettazione sviluppata deriva da una pianificazione avviata da tempo che si era bloccata a causa della crisi, soprattutto per la parte degli investitori privati. Il masterplan – ha aggiunto – permette una ristrutturazione urbana e strutturale, una valorizzazione storica e una riqualificazione sociale”. Il consigliere ha infine invitato a “non dimenticare in futuro altre periferie della città, come le frazioni”. Marco Cugusi ha ricordato Renzo Piano, evidenziando il suo impegno per il “rammendo delle periferie” d’Italia. “Piano – ha affermato – dice che siamo un Paese bellissimo ma fragile: fragile il paesaggio e fragili le città e le periferie dove è stata spesa un cifra insufficiente per la manutenzione. Sono proprio le periferie – ha proseguito il consigliere – le città del futuro, che lasceremo in eredità ai nostri figli, nelle quali vive il 90 per cento della popolazione; per questo è importante occuparsene”.
Marco Chincarini di Per me Modena ha ribadito che “sono già stati ricordati errori delle Amministrazioni, non si è trattato solo di problemi dovuti dalla crisi. Sotto a questo progetto c’è però un ottimo lavoro degli uffici, uno staff che ha lavorato bene e che ha colto l’occasione del bando. Dobbiamo dare atto che il sindaco è riuscito a farsi dare 18 milioni di euro – ha aggiunto – sicuramente può essere interpretato da alcuni come un aiuto alle società di costruzione che non riuscivano più a proseguire, ma andiamo avanti tutti insieme per far ripartire quel pezzo di città”.
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