12/05/2017

CENTRI PER ANZIANI E PER DISABILI, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione, unanime per entrambi, dei due Regolamenti per l’accesso ai centri e la determinazione dei criteri di contribuzione

Sono stati entrambi approvati all’unanimità dal Consiglio comunale di Modena i due Regolamenti che definiscono i criteri per l’accesso ai centri residenziali e diurni per anziani non autosufficienti e per disabili e i criteri di contribuzione per concorrere al pagamento del servizio. I Regolamenti, presentati in Aula, giovedì 11 maggio, dall’assessora al Welfare Giuliana Urbelli, si basano su principi analoghi definendo destinatari e requisiti d’accesso, progettazione personalizzata, modalità d’accesso, criteri di priorità per l’ammissione, mettendo al centro i bisogni socio-sanitari della persona anziana o disabile ai quali viene attribuito un maggior peso rispetto alla situazione economica.

Aprendo il dibattito per il Pd, Simona Arletti ha affermato che i due regolamenti, apparentemente solo tecnici, “sono invece atti politici molto importanti perché chiariscono quali sono gli utenti dei servizi, le regole per accedervi e i criteri di contribuzione alle spese. E soprattutto perché, attribuendo un peso molto maggiore alla situazione sociosanitaria rispetto a quella economica, fissano il principio che nelle strutture entra chi ha più bisogno indipendentemente dal reddito”. Giulia Morini, ricordando “quanto sia complesso pesare ogni singola situazione di difficoltà e attribuire a ciascuna un parametro non discrezionale”, ha affermato che il regolamento “cerca il miglior punto di compromesso: è inevitabile, in una società che presenta bisogni crescenti, che ci siano ancora situazioni che vengono un po’ penalizzate ma nei regolamenti l’Amministrazione ha cercato la soluzione che rappresenta il miglior bilanciamento di equità conservando la possibilità di fare modifiche al mutare delle situazioni”. Anche Tommaso Fasano ha sottolineato che il “tema politico che emerge dalle due delibere è che, a fronte di un bisogno reale, è più importante l’esistenza del bisogno piuttosto che il reddito della famiglia di appartenenza. E questa è un principio fondamentale e innovativo. Chi ha di più, pagherà di più ma il suo bisogno viene riconosciuto e preso in carico”.

Giuseppe Pellacani (Forza Italia), apprezzando il fatto che nel Regolamento “siano state tradotte concretamente “alcune considerazioni da noi espresse in Consiglio un anno fa”, ha concordato che “mettere al centro il bisogno invece del reddito è un cambiamento epocale”. Bene anche il fatto che sia cambiata la considerazione del nucleo familiare, “sul quale si fa una valutazione al passo con la mutata realtà sociale”, anche se “rimangono criticità, a livello nazionale, sulla valutazione dell’Isee, con problemi dovuti all’eccessiva incidenza del valore degli immobili e alla verificabilità delle autocertificazioni, e su un più ampio ruolo per i privati in un ambito di sussidiarietà, sempre più necessario in un futuro che vedrà aumentare le persone non autosufficienti”.  

Anche Elisabetta Scardozzi (M5s) ha apprezzato “i passi avanti dell’Amministrazione nel mettere al centro la persona e i suoi bisogni e anche i bisogni della famiglia. In questo modo sono state ascoltate le richieste della cittadinanza”.

D’accordo sui principi alla base del Regolamento anche Marco Cugusi (Art.1-Mdp) che ha messo l’accento sul fatto che le strutture residenziali producono anche occupazione, prevalentemente femminile. L’Amministrazione deve quindi avere particolare attenzione per le loro condizioni di lavoro, “particolarmente gravose”, perché “se il personale è soddisfatto ne beneficia anche la qualità del servizio”. Il consigliere ha poi sottolineato tra i problemi maggiori “lo svuotamento del fondo per la non autosufficienza”, esprimendo un giudizio positivo sulla Regione “che ha messo a disposizione altri fondi”, e sul Comune “che ha saputo mantenere il servizio”.   

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