A fianco del cavalcavia della Madonnina sorgerà una media struttura di vendita alimentare a marchio Despar. L’area triangolare tra il cavalcavia di via Emilia ovest, via Cabassi e il tracciato dell’ex ferrovia sarà infatti oggetto di completa riqualificazione attraverso un intervento privato convenzionato.
La delibera che dà l’ok al permesso di costruire convenzionato in deroga agli strumenti urbanistici comunali è stata approvata giovedì 6 aprile dopo un ampio dibattito con il voto a favore di Pd, Art. 1 – Mdp, CambiaModena e Idea Popolo e Libertà, contrario del M5s e con l’astensione di Per me Modena e FI.
L’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, presentando la delibera, ha spiegato che il permesso riguarda la realizzazione dell’intervento presentato dalle società Aspiag service srl e San Martino spa, “che prevede la riqualificazione di un’area spesso affiancata al termine ‘degrado’, quindi un intervento di rilevante interesse pubblico e in linea con gli indirizzi del Programma di riqualificazione urbana volto a incentivare la riqualificazione e il riuso delle aree limitrofe alla ferrovia. L’intervento – ha proseguito – sarà attuato attraverso la demolizione dei tre edifici esistenti dismessi, uno dei quali in passato commerciava prodotti provenienti dalla Cina, e la successiva realizzazione di un unico corpo, inferiore per volume a quello esistente, da destinare ad attività di media struttura di vendita alimentare”.
Vandelli ha ripercorso l’iter del permesso di costruire ricordando che il progetto era stato presentato nel 2014, discusso nel corso di varie Conferenze di Servizi, poi sospeso in attesa di una decisione riguardante l’assetto della viabilità. “L’edificio che ospiterà il Despar – ha detto – connotato da un fronte vetrato, si affaccerà su via Cabassi, mentre nell’area rimanente verranno collocati i parcheggi di pertinenza dell’attività e i parcheggi pubblici. Questi ultimi, che rimarranno sempre accessibili, verranno ceduti al Comune ma la manutenzione rimarrà a carico dei soggetti che fanno l’intervento. Tali società intendono recuperare e riqualificare gli spazi dismessi – ha continuato – senza trascurare l’aspetto viabilistico, con l’apertura degli accessi carrabili a servizio della nuova attività, la trasformazione e il prolungamento dei percorsi ciclo-pedonali circostanti, e la sistemazione delle aiuole”.
L’assessora ha precisato che “le deroghe agli attuali strumenti urbanistici consistono nel cambio di destinazione d’uso; nell’inserimento di un’attività di vendita alimentare dove il settore merceologico ammesso era quello non alimentare, per una superficie utile di 2.413 euro; nella possibilità di costruire a una distanza inferiore rispetto a quella prevista di 4 metri dal canale esistente; nel posizionamento del fabbricato a 1,5 metri anziché 5 metri dal confine di proprietà dalla strada comunale. I tecnici comunali ritengono infatti – ha aggiunto – che l’edificio possa essere collocato dove è stato progettato, perché non compromette la definizione della sede stradale di via Cabassi, che in quel punto è più ampia dell’ordinario”.
Oltre al normale contributo di costruzione, la trasformazione attuata comporta la corresponsione da parte del soggetto di ulteriori due contributi: una indennità per la realizzazione a minor distanza dalla proprietà del Comune, che il settore Patrimonio formalizzerà successivamente con una servitù passiva per il Comune, e il contributo straordinario derivante dalla valorizzazione dell’area con il cambio di destinazione d’uso, pari a circa 190 mila euro. A carico del privato sarà inoltre la realizzazione delle opere pubbliche convenzionate, per una spesa complessiva di circa 180 mila euro, che dovranno essere realizzate e cedute previo collaudo all’Amministrazione comunale.
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