02/03/2017

PRESENTATO AL TEATRO COMUNALE L’ULTIMO LIBRO DI GHERPELLI

Nell’occasione commemorato l’autore, scomparso il 6 febbraio, a cui è stato intitolato il palco da cui seguiva da oltre 50 anni gli spettacoli anche come giornalista critico

È stato presentato la mattina di giovedì 2 marzo, nel ridotto del Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, il quarto volume di “Un teatro, una storia”, ultima fatica di Giuseppe Gherpelli, scomparso il 6 febbraio scorso. Alla presentazione, che è stata occasione per un omaggio alla memoria dell’autore, sono intervenuti, tra gli altri che hanno portato ricordi e testimonianze, Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena e presidente della Fondazione Teatro Comunale, Aldo Sisillo, direttore della Fondazione Teatro Comunale, Gianpietro Cavazza, vicesindaco di Modena e assessore alla Cultura, e Roberto Giovanardi, direttore di Ater Associazione Teatrale Emilia Romagna.

“Ci ritroviamo oggi qui – ha ricordato il sindaco - perché proprio oggi avevamo previsto insieme a Giuseppe di presentare il suo libro nel ‘suo’ amato Comunale. L’avevo sentito al telefono pochi giorni prima della scomparsa e, pur dicendomi di sentire il peso degli anni, aveva manifestato gioia ed entusiasmo per la presentazione. Abbiamo deciso di mantenere la data per ricordarlo come merita”. A proposito di Gherpelli, l’assessore Cavazza ha usato l’espressione “intelligenza appassionata” associata a “rigore e generosità. Ciò di cui abbiamo grande bisogno oggi”, ha detto.

A seguito dell’opera pubblicata nel 1991 per i centocinquant’anni del teatro, il libro, stampato dal Comune e curato da Enrica Apparuti per le edizioni della Fondazione Teatro Comunale, completa la cronologia degli spettacoli con relativi interpreti andati in scena nelle stagioni dal 1992 al 2016 fra Danza, Opera e Concerti. “Una parte certo considerevole della vita e della storia di una comunità civile – scrive Gherpelli -, in una città teatrale che esercita tuttora, sia pure nelle difficoltà legate a un periodo politico-economico non proprio ideale, il potere di proseguire, nelle dinamiche e nelle varianti contemporanee, in un rapporto sociale e culturale nel quale la scena, sia essa predisposta per il teatro della parola, o della musica concertistica, o della danza, o del melodramma, svolge la sua importante funzione culturale.”

Oltre alle immagini e ai commenti critici relativi a ogni stagione, il volume contiene capitoli intercalati con preziose considerazioni storiche sulla direzione del teatro, sulla nascita e l’attività dell’Ater, sul restauro dell’edificio, sul bicentenario verdiano e su “La perdita di Pavarotti”, la cui carriera Gherpelli ebbe occasione di seguire da vicino a partire dal debutto in palcoscenico: “Quando, nel 2007, dopo una grave sofferta malattia, Luciano Pavarotti si spense, Modena, l’Italia e il mondo dell’arte in musica persero un grande protagonista, una singolare, e talvolta controversa, personalità di tenore dalla voce smagliante accompagnata da una dizione perfetta e di grande espressività. Una carriera illustre carica di gloria, di trionfi, ma anche di debolezze e cadute, fenomeni contradditori che, in fondo, appartengono all’esistenza umana. Non era detto che un giovane così dotato diventasse ‘the king of tenors’, come dissero e scrissero gli americani degli States. Invece fu proprio così, con l’ausilio di forme mediatiche, agiografiche e di un lascito di fama mondiale”.

Nato a Modena nel 1921, Giuseppe Gherpelli, giornalista professionista, era esperto di storia, vita e protagonisti dei teatri lirici e della musica classica nelle versioni teatrali (opera e balletto) e strumentale (concerti). Frequentatore, a diverso titolo, dei palcoscenici e delle sale teatrali fin da ragazzo, ne ha studiato le origini, le organizzazioni, le problematiche antiche e moderne. Fra i suoi preziosi contributi bibliografici, “Mio caro teatro”, lunga intervista che ripercorre la carriera e la vita dell’amica Mirella Freni, “I giorni di Verdi nei teatri di Modena”, catalogo di tutte le opere verdiane rappresentate in città fino al 2001, e “Antichi teatri di Modena,” undici litografie che ricostruiscono spaccati degli storici edifici firmate dallo scenografo Koki Fregni.

Consigliere comunale di Modena per due mandati quadriennali (1956-60, 1960-64), Gherpelli è divenuto poi dirigente teatrale per elezione di secondo grado, carica conseguita nella sala consigliare di Piazza Grande in ossequio ai regolamenti dell'epoca. Presidente della Commissione Teatrale con funzioni di direttore artistico, l'incarico fu poi espletato all'Ater dove rimase fino al 1980. Esponente del Collegio nazionale dei teatri di antica tradizione, ha partecipato a commissioni di studio e a gruppi di lavoro dell'allora Ministero dello Spettacolo senza tralasciare l'attività giornalistica trasferita, come critico, sull'emittente tv modenese TeleRadioCittà, ora regionale, e sull'editoria libraria. Animatore della vita musicale cittadina, a partire dal 1934 ha sempre mantenuto un intenso rapporto di collaborazione con il Comunale. Si è spento a Modena il 16 febbraio 2017.

Alla sua memoria è stato intitolato il palco dal quale per oltre cinquant’anni ha seguito gli spettacoli del Teatro.

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