Sono quattro artiste che vivono e lavorano nel modenese, di età e storie diverse ma tutte legate alle battaglie delle donne, la autrici del lavoro collettivo “Il corpo disUmano”, la mostra che inaugura sabato 4 marzo, alle 17, a Palazzo dei Musei (largo Sant’Agostino 337), nell’ambito del calendario di iniziative per la Festa della donna. Il programma per la festa dell’8 marzo è promosso dal Comune di Modena in collaborazione con il Tavolo comunale delle associazioni per le pari opportunità e la non discriminazione e la Fondazione Emilia Romagna Teatro.
La mostra, curata dai Musei civici e dal Centro documentazione donna, propone le opere di Andreina Bertelli, Giovanna Gentilini, Nicoletta Moncalieri e Alberta Pellacani che furono realizzate nel 2004 per la seconda edizione dell’iniziativa “Le donne intrecciano le culture” e che oggi le quattro artiste hanno voluto donare ai Musei civici. L’esposizione vuole quindi dare il giusto rilievo a una donazione che i Musei civici hanno deciso di accogliere non solo per il suo valore artistico, ma anche perché significativa testimonianza storica di un particolare momento della vita sociale e culturale di Modena. La mostra sarà visitabile fino a domenica 2 aprile. I Musei civici sono aperti da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. L’ingresso è gratuito.
Nel “Corpo disUmano” le opere delle artiste dialogano con i testi di altrettante scrittrici: Andreina Bertelli ha affrontato il tema della disperata speranza nella redenzione del male anche attraverso le parole di Lisabetta Serra; Giovanna Gentilini quello del corpo mercificato e divenuto oggetto con gli scritti di Clarissa Pinkola Estés; Nicoletta Moncalieri, con Anna Cascella Luciani ha espresso la lirica della solitudine; Alberta Pellacani, con Isabella Scalfaro, lo sforzo di esistere e il disinganno.
All’inaugurazione della mostra, dopo i saluti di Ludovica Carla Ferrari, assessora del Comune di Modena, intervengono Francesca Piccinini, dei Musei civici, e Caterina Liotti del Centro documentazione donna. A seguire, reading teatrale a cura di Roberto Spaventa con Cristina Carbone, Peso specifico teatro.
Andreina Bertelli, nata a Legnano nel 1933, a 14 anni è entrata in fabbrica come operaia tessile. Nel 1950 ha frequentato la scuola serale di nudo a Brera e in seguito, dopo il matrimonio e il trasferimento in Sicilia, il liceo artistico a Palermo. In Sicilia è entrata in contatto con i maggiori artisti del tempo da Guttuso a Sciascia. Nel 1965, il trasferimento a Roma e la scoperta del femminismo, sempre continuando a dipingere e a studiare. Il trasferimento in Emilia Romagna arriva nel 1986.
Giovanna Gentilini, modenese, diplomata all’Accademia di belle arti di Bologna, è artista e poeta. Privilegia la tecnica dell’acquarello, con cui realizza opere su carta e su tela, ma si esprime anche attraverso la creazione di libri d’artista e installazioni.
Nicoletta Moncalieri vive e lavora a Modena. Formatasi nel clima artistico degli anni Sessanta e Settanta, ha condiviso con quella generazione di artisti la svolta verso nuovi linguaggi formali e concettuali. Si esprime prevalentemente attraverso il collage.
Alberta Pellacani è carpigiana, si avvicina all’arte a 16 anni attraverso il teatro per dedicarsi poi ad altre forme espressive. Frequenta l’Accademia di belle arti e il Dams a Bologna. Utilizza più linguaggi espressivi, dalla fotografia al video, dal disegno all’installazione, dall’arte pubblica partecipata al documentario.
Azioni sul documento