Dopo 15 anni di rodaggio e centinaia di ragazzini fragili aiutati, “Qualcuno ha bisogno di te”, il progetto del Comune di Modena che per alcune ore a settimana affianca studenti universitari a minori seguiti dai Servizi sociali, non è più rivolto solo a minorenni italiani, ma anche a ragazzi stranieri non accompagnati e minorenni richiedenti asilo.
Lo rende possibile un progetto sperimentale di volontariato denominato “Parole alla pari” che prende il via da un accordo di rete tra l’assessorato a Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza del Comune di Modena; la Fondazione San Filippo Neri e l’Azienda regionale per il Diritto agli Studi superiori ErGo.
Il Comune accoglie infatti i minori stranieri non accompagnati, privi di riferimenti parentali, presenti sul territorio comunale, per i quali esercita le funzioni parentali, gestendo i progetti Msna (Minori stranieri non accompagnati) e Sprar minori rivolto ai richiedenti asilo minorenni. Con la Fondazione San Filippo Neri, l’assessorato al Welfare ha in atto una convenzione per l’accoglienza all’interno delle strutture autorizzate gestite dalla Fondazione, dei ragazzi che rientrano in nei due progetti.
L’accordo di rete stipulato ora è funzionale a un’attività a supporto di questi minori svolta dagli studenti universitari che potranno lavorare anche in equipe. ErGo da parte sua si impegna a promuovere l’attività di volontariato presso i propri studenti borsisti, in particolare quelli residenti a Modena e iscritti ai corsi di Scienze dell’Educazione e di Antropologia. Sono proprio gli studenti universitari ospiti nello studentato di ErGo, all'interno del comparto San Filippo, i primi ad essere coinvolti nel progetto.
L’Azienda per il diritto agli Studi seleziona gli studenti che vengono poi formati dalla Fondazione San Filippo Neri, mentre i Servizi sociali del Comune individuano i modi della presa in carico, tengono monitorata l’attività e selezionano, insieme alla Fondazione, i minori da inserire nei percorsi finalizzati al sostegno all'alfabetizzazione e alla conoscenza della città all'interno di relazioni interpersonali.
Per il primo gruppo di universitari che aderisce al progetto gli incontri formativi sono già iniziati. Si tratta di un gruppo di nove ragazze, delle quali diverse straniere. È stato spiegato loro chi sono i minori stranieri non accompagnati, da dove provengono e, in genere, quali aspettative hanno e sono state fornite nozioni sul metodo utilizzato, la peer education, l’educazione tra pari. Sulla base dei bisogni saranno quindi selezionati i minori con cui le universitarie lavoreranno per i prossimi otto mesi svolgendo attività principalmente legate al sostegno all'apprendimento della lingua italiana e alla conoscenza della città e dei suoi servizi.
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