L’interrogazione di Antonio Carpentieri (Pd) sull’ipotesi di apertura a Modena di un Centro permanente per il rimpatrio (Cpr), alla quale ha risposto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli nella seduta consiliare di oggi, giovedì 12 ottobre, è stata trasformata in interpellanza su richiesta di Adolfo Morandi.
Il consigliere di Forza Italia ha affermato che la risposta del sindaco “non scioglie i dubbi sollevati da un’eventuale collocazione di un Cpr a Modena perché le condizioni che pone al ministro Minniti in realtà sono auspici, non ci sono certezze”. Secondo Morandi i Cpr, “che sembrano riguardare solo chi è già stato oggetto di identificazione e magari anche in galera”, non risolveranno il problema dei clandestini, “centinaia di migliaia di persone in attesa di identificazione che sono clandestini finché non viene loro riconosciuto il diritto di asilo”.
Per Marco Cugusi, Art.1-Mdp-Per me Modena, “la maggior parte delle persone irregolari in Italia lo è a causa della Bossi-Fini, una legge voluta dal centro-destra. È improprio e discriminatorio definire clandestini persone che vivono sotto controllo in strutture pubbliche come i centri di accoglienza”. Il consigliere si è detto convinto che “i Cpr non sono una soluzione per il problema delle persone irregolari, “se non ci sono accordi bilaterali con i paesi di provenienza la questione non si risolve e non si risolverà neanche facendoli massacrare nei lager libici: le persone vanno accolte e noi non barattiamo il consenso elettorale con i diritti umani”. Domenico Campana ha ribadito che “mischiare ius soli e centri di rimpatrio è improprio in sé: definire clandestino chi si conosce anche se per qualche motivo deve essere rimpatriato tradisce un atteggiamento di ostilità e di mancanza di serietà”. La questione della detenzione amministrativa è pericolosa, ha proseguito, “e quando Minniti dice che i Cpr non saranno come i Cie fa un’affermazione non basata sui fatti”.
Nella replica Antonio Carpentieri si è detto “rassicurato dalla conferma delle richieste presentate al Ministro e alla Regione, soprattutto per quanto riguarda l’organico di polizia e la possibilità per i Comune, e per i consiglieri comunali che devono avere il diritto di accesso, di controllare i Cpr. Possiamo non essere d’accordo con la legge che stabilisce chi può rimanere in Italia e chi no – ha proseguito – ma la legge esiste e non possiamo far rimanere le persone in condizione di illegalità, uno strumento per risolvere il problema è il rimpatrio”.
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