“Noi non ti abbandoniamo. Il tuo posto è sempre accanto a noi”. È questo lo slogan della campagna contro l’abbandono degli animali domestici lanciata dal ministero della Salute alla quale anche il Comune di Modena ha aderito attraverso la firma del sindaco Gian Carlo Muzzarelli che, nei giorni scorsi, ha sottoscritto il flyer dedicato proprio ai sindaci grazie al coinvolgimento nella campagna dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani.
La campagna è partita in concomitanza con l’estate, periodo nel quale notoriamente il fenomeno degli abbandoni si intensifica, ma ha un respiro più ampio e punta a diffondere una cultura del possesso responsabile degli animali d’affezione, cani e gatti in particolare, attraverso il coinvolgimento dei Comuni che, per legge, si devono occupare degli animali randagi, prevedere canili e gattili, gestire anagrafe e microchip, e materiali di informazione e formazione diretti ai cittadini. Tra questi, l’opuscolo che riassume le norme nazionali sulla tutela degli animali d’affezione, specificando competenze e responsabilità del Governo, dei Comuni, dei proprietari e dei veterinari, e la brochure “Non ti abbandoniamo”, pensata per i proprietari attuali e futuri, con tutte le informazioni utili per il possesso responsabile degli animali a partire dalla necessità di valutare bene i doveri che comporta possedere cane o un gatto in relazione alla specie, alla razza, alla composizione del nucleo familiare, all’ambiente in cui vivrà, al tempo a disposizione per occuparsene. I materiali sono scaricabili dal sito del ministero www.sanita.gov.it e da quello del Comune www.comune.modena.it/ambiente.
Tra gli obblighi a carico del proprietario anche quello di “microchippare” il proprio cane, come sottolineano anche i tecnici dell’Ufficio diritti animali del Comune. Se infatti a Modena (dove gli animali domestici iscritti all’anagrafe degli animali d’affezione sono 19 mila 885, quasi tutti cani) l’andamento dei cani in entrata al canile intercomunale è stato regolare anche nei mesi estivi, con una media di circa 45 cani, senza dunque picchi che segnalano abbandoni, rimane il problema che molti cani non sono dotati del microchip di riconoscimento (per altro obbligatorio dal 2000) che deve essere invece impiantato entro trenta giorni dal momento in cui si entra in possesso dell’animale. Il microchip, a cui deve seguire l’iscrizione all’anagrafe canina, serve in caso di perdita dell’animale ma scoraggia anche gli abbandoni perché consente comunque di risalire al proprietario. Cala invece il numero dei “residenti” nel canile: erano mediamente 200 nel 2014, sono 140 oggi. Numeri che testimoniano ingressi in calo ma anche il grande lavoro dei volontari del canile per promuovere le adozioni, anche attraverso l’educazione dei cani introdotta di recente, che sta dando i suoi frutti. E un’iniziativa finalizzata alle adozioni, intitolata “Un mondo a 4 zampe”, promossa dai volontari del canile e dal Comune, è prevista per domenica 4 settembre al Parco Ferrari.
Azioni sul documento