L’approvazione della delibera sull’ampliamento del diritto di superficie della Cooperativa polivalente Alfeo Corassori, avvenuta nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 7 luglio (a favore Pd, Sel e Fas – Sinistra Italiana, contro FI e M5s e astenuti Per me Modena e Idea Popolari Liberali), è stata preceduta da dibattito.
L’assessore allo Sport del Comune di Modena Giulio Guerzoni ha spiegato che nel caso di assegnazioni in uso a società di impianti sportivi, “la manutenzione ordinaria e straordinaria rimane in carico all’Amministrazione, lasciando al gestore solo manutenzioni minime. Con la concessione in diritto di superficie, invece – ha proseguito – anche la manutenzione dell’impianto passa al gestore. Quando il Circolo dipendenti Hera Modena Asd ha rinunciato all’utilizzo degli impianti sportivi di via Newton ci si è presentato il problema della sostenibilità economica degli stessi oltre che del mantenimento della continuità sportiva. La concessione del diritto di superficie all’adiacente polisportiva è risultata la soluzione ottimale, vista la possibilità della Corassori di farsi carico di tali costi e la disponibilità a mantenere le attività già in programma”.
Il consigliere del Pd Fabio Poggi ha evidenziato che “è il secondo caso nel giro di pochi anni che vediamo restituito all’Amministrazione un importante impianto sportivo per difficoltà di gestione e questo ci deve fare riflettere perché si potrà riverificare nei prossimi anni. È una delibera ineccepibile dal punto di vista tecnico – ha continuato – ma da non sottovalutare per ciò che cambierà rispetto alle politiche sportive: sparisce un soggetto che aveva una storia a Modena nel settore calcistico e diventa protagonista un soggetto che prima non aveva attività calcistiche”.
Mario Bussetti del M5s ha precisato che “nessuno ha mai dubitato della liceità dell’atto, ci siamo interrogati invece sull’opportunità. Da quando è stato comunicato il recesso anticipato a ora – ha proseguito – il tempo per elaborare qualcosa di diverso c’è stato e, seppur sia comprensibile il timore di aste deserte, si doveva provare. Va inoltre valutata l’opportunità di concentrare nelle mani di un unico soggetto tante attività in diritto di superficie, senza poi poterne avere un reale controllo. Questi soggetti hanno un proprio legittimo interesse nel fare quello che fanno, non possono essere descritti come salvatori della patria”.
In chiusura di dibattito, anche l’assessore al Patrimonio Gabriele Giacobazzi ha ribadito che “allo stato attuale, quella individuata è la migliore delle soluzioni possibili, perché è la più veloce e quella che dà continuità agli impegni e ai rapporti già in essere garantendo la possibilità di utilizzare i campi a chi già li utilizza”.
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