Hanno fino a tre anni di tempo, e non due come ipotizzato nella prima bozza del testo sottoposta alle associazioni di categoria e al Quartiere centro storico, i titolari di esercizi pubblici di Modena che dovranno adeguare le strutture dei dehors alle indicazioni del nuovo regolamento. Lo ha sottolineato l’assessore alle Attività economiche Tommaso Rotella presentando in Consiglio comunale, oggi, giovedì 12 maggio, la delibera con il testo che nei giorni scorsi ha ottenuto l’approvazione della Soprintendenza Belle arti e paesaggio.
Il regolamento che, per la prima volta, affronta la materia in modo organico ha tra le finalità il “minore impatto sui luoghi, la salvaguardia del decoro urbano, del rispetto degli elementi formali e funzionali dell’ambiente circostante e della libertà di iniziativa economica”.
Il regolamento sui dehors prende in esame le situazioni con strutture esterne per la somministrazione di alimenti e bevande in due periodi dell’anno (da marzo al 15 novembre e dal 15 novembre a febbraio), con arredi e attrezzature “improntati a criteri di leggerezza e minor impatto possibile dal punto di vista architettonico”, e introduce la possibilità di utilizzare il suolo pubblico per il consumo sul posto (dal 15 aprile al 15 ottobre, tra le 10.30 e le 22) da parte degli esercizi di vicinato, delle attività artigianali di produzione e vendita di prodotti alimentari, delle attività di panificazione e produzione di prodotti da forno. “Non più solo, quindi, botteghe storiche e gelaterie tradizionali”, ha sottolineato Rotella ricordando anche “il percorso di condivisione con le associazioni economiche, il Quartiere e la commissione consiliare che ha permesso di migliorare il testo introducendo ulteriori elementi di semplificazione, in accordo con la Soprintendenza”.
Il regolamento individua le aree interessate, con una particolare attenzione per quelle del centro storico, e uno specifico Abaco indica anche il tipo di arredi e strutture utilizzabili: dalle pedane modulari alle coperture, dal tipo di sedie ai tavolini, fino a indicare i modelli di tende e ombrelloni, così come i colori di riferimento.
Particolare attenzione è rivolta alla sicurezza delle strutture e all’inserimento nel contesto urbano garantendo la mobilità per i pedoni e il rispetto delle norme sulla barriere architettoniche, oltre a consentire il transito dei mezzi di soccorso.
Per la rimozione degli arredi in orario di chiusura l’indicazioni è che, quando è possibile, vengano “ritirati e posti in spazi e locali nella disponibilità dell’esercizio”, mentre gli ombrelloni, se non vengono rimossi, devono essere chiusi. Se invece non è possibile rimuovere gli arredi, la loro conservazione deve garantire “condizioni di decoro e rispetto dei luoghi di valenza storico-artistica”, non dovranno “interferire con le strutture murarie e architettoniche degli edifici” e dovranno essere individuate le modalità di “minore impatto possibile sui luoghi” inserendole nel progetto allegato alla richiesta ed evidenziando “i sistemi di chiusura e sicurezza, che dovranno essere leggeri”.
I tempi per ottenere le autorizzazioni sono fissati dal regolamento in 60 giorni dalla presentazione della domanda allo Sportello unico delle attività produttive (30 in caso di semplice rinnovo) e il procedimento può essere interrotto una sola volta per chiedere l’integrazione dei documenti necessari, tutti indicati nel testo.
Con la Soprintendenza, ha ricordato l’assessore Rotella, è stato definito anche un protocollo d’intesa per la semplificazione delle procedure di rilascio di autorizzazioni per piccoli eventi e iniziative di breve durata, anche commerciali, in aree di interesse storico e artistico che richiedono strutture di modeste dimensioni e non infisse al suolo (come tavoli, banchetti e gazebo) che dovranno essere di materiali e tipologie consone all’ambiente.
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