Nel 2030 gli anziani costituiranno un quarto della popolazione europea, ma già oggi gli ultrasessantacinquenni sono oltre 27 milioni. In provincia di Modena la popolazione anziana, è attualmente circa il 21 per cento del totale ed è destinata ad aumentare considerevolmente: tra 40 anni arriverà al 30,5 per cento. Inoltre, si assiste anche a un incremento degli anziani con demenza: nella provincia il tasso di incidenza annuale è di circa 1,8 per cento di nuovi casi.
“Con Cà Nostra - afferma l'assessor al Welfare del Comune di Modena Giuliana Urbelli - si sperimenta una terza “via” tra struttura e domicilio, tentando di coniugare l’accoglienza dell’ambiente familiare e la presa in carico integrata; una forma di cohousing che consente di condividere risorse logistiche e di cura a partire dalle assistenti familiari, che saranno due per quattro ospiti. Fondamentale - aggiunge l'assessora - è stato il ricorso all’istituto della comunità familiare che consente l’assunzione delle “badanti” in capo al “gruppo” di famiglie. Un modo per promuovere la domiciliarizzazione dell'assistenza socio-sanitaria e per sperimentare forme di welfare evolutivo che prevedono un ruolo attivo di familiari e volontari, come gli alloggi protetti, capaci di garantire servizi più flessibili, coordinamento delle prestazioni, risposte individualizzate ai bisogni e contenimento dei costi”.
A Modena con questo spirito nasce anche Ca’ Nostra, per sperimentare un modello di coabitazione per anziani parzialmente non-autosufficienti e persone con problematiche legate a deficit cognitivi. Gli obiettivi del progetto sono incrementare il benessere degli ospiti attraverso la convivenza e la valorizzazione del ruolo dei familiari; migliorare la qualità della vita dei famigliari alleggerendo il loro carico assistenziale; sperimentare nuove forme di assistenza in grado di coniugare centralità della domiciliarità, cura e bisogno di socialità degli ospiti.
In concreto, l’appartamento, messo a disposizione dal Comune di Modena, è gestito direttamente dalle famiglie con il supporto delle associazioni e delle istituzioni del territorio. L’alloggio può ospitare quattro persone che condividono spazi comuni, mantenendo camere singole, ed è completamente accessibile a persone con ridotta mobilità per favorirne il più possibile l'autonomia.
Familiari e volontari, formati ed organizzati, hanno un ruolo chiave nella gestione: sono risorse per gli ospiti e partecipano alle attività quotidiane. Oltre a loro, è prevista la presenza di personale che, a turno nell’arco della giornata, garantisce un servizio di assistenza domiciliare per 24 ore al giorno. In caso di necessità, vengono inoltre attivati operatori assistenziali e personale sanitario dell’Ausl, come il medico di medicina generale, infermieri, medici geriatri o psicologi.
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