“Il sostegno che viene offerto alle persone in stato di bisogno non può essere disgiunto da percorsi che si devono svolgere nell’assoluta legalità ed evitando le strumentalizzazioni delle situazioni di disagio e povertà”. Lo ha ribadito il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli riepilogando davanti al Consiglio comunale di giovedì 12 maggio le vicende relative agli sgomberi del giorno precedente e sottolineando che “ci sono certamente cose da imparare, ma i principi fondamentali sono stati riaffermati”.
Muzzarelli ha quindi ribadito che “la prima preoccupazione dell’amministrazione comunale è sempre stata quella di cercare soluzioni abitative per tutte le famiglie che ne avessero diritto, nel rispetto della legalità e a tutela non solo e non tanto dei beni immobili, ma dei diritti e della dignità delle persone coinvolte e della piena e irrinunciabile tutela dell’infanzia”.
E, prima di procedere alla ricostruzione dei fatti, ha sottolineato: “Purtroppo la giornata è stata segnata anche da scontri tra manifestanti e forze di polizia, che hanno portato al ferimento di un agente e di una ragazza minorenne: un episodio che ha colpito la sensibilità dei cittadini e degli operatori del Comune; stamane ho telefonato personalmente alla madre per informarmi e farle i nostri auguri.
Ma chi sta cavalcando l’episodio – ha continuato il sindaco - per attribuire all’amministrazione comunale la responsabilità dei disordini rischia di assolvere i veri responsabili degli incidenti e di alimentare pericolose illusioni presso aree di povertà e di esclusione sociale, delle quali la politica e le istituzioni devono certamente farsi carico con maggiore sollecitudine ed efficacia, ma che non possono trovare risposte dignitose e durature con la violenza e l’illegalità”.
Il sindaco ha quindi ricordato che le operazioni di sgombero sono state eseguite da Polizia di Stato, Carabinieri con la collaborazione di e Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza. La Polizia municipale ha partecipato in funzione di eventuale supporto, mentre i Servizi sociali hanno provveduto a prendere in carico le famiglie e hanno avviato i percorsi di collocamento. Dagli ultimi riscontri risulta che lo sgombero ha interessato 76 persone, 31 in Sant’Eufemia e 45 in via Bonaccorsa. Si tratta di 16 famiglie con 32 minori e 13 adulti soli. Il censimento dei nuclei ha permesso di rilevare che una parte dei soggetti abitualmente presenti era assente al momento dello sgombero.
Per quanto riguarda i fatti: Lo sgombero è avvenuto senza incidenti, non ci sono state resistenze e tantomeno violenze. Le Forze dell’ordine hanno agito con grande attenzione e rispetto; le famiglie sono state accompagnate agli uffici dei Servizi sociali; i beni sono stati raccolti e depositati nei magazzini comunali, a disposizione dei proprietari. Gli scontri fra i cosiddetti ‘antagonisti’ (circa 40) e la Polizia di Stato sono accaduti alle 11,30, dopo che gli sgombero erano stati ultimati intorno alle 10,30. Non si sono svolti di fronte ai locali occupati, ma in piazza Redecocca, davanti alla sede dei servizi sociali, dove i manifestanti volevano entrare in massa, con l’intento di ingerirsi nelle attività dei servizi e di imporsi con la forza come rappresentanti degli sfollati. I resoconti e i filmati confermano che i manifestanti hanno tentato di forzare gli accessi e si sono scagliati contro la Polizia, con insulti, spinte, pugni, calci e lancio di oggetti, e solo a seguito di tali comportamenti gli agenti hanno reagito ricorrendo ai manganelli. L’intervento a sostegno di un’unità mobile dei Carabinieri ha consentito di respingere gli antagonisti e di formare un cordone di sicurezza intorno alla entrata degli uffici.
Inoltre, il sindaco ha evidenziato che “la decisione di procedere allo sgombero non può essere in alcun modo definita precipitosa e affrettata. Le occupazioni risalivano rispettivamente al 2013 e alla scorsa Pasqua e in questo lasso di tempo l’amministrazione si è ripetutamente rivolta agli occupanti per procedere alla identificazione e alla ricerca di soluzioni adeguate e condivise. Le istituzioni hanno sempre privilegiato la strada del dialogo. Chi ha ostacolato il confronto sono stati i centri sociali, il cui evidente interesse non è la soluzione dei problemi, ma sono la visibilità mediatica e lo scontro con le istituzioni, se necessario anche violento, come dimostrano i quantitativi di bulloni trovati ieri all’interno degli immobili e come ci aveva già fatto capire l’episodio delle lesioni subite da un’agente di Polizia municipale durante un controllo.
In conclusione - ha ribadito il sindaco - le istituzioni hanno operato con rigore e attenzione, nel rispetto della legge e dei diritti delle persone, e con un’apprezzabile sinergia. Dovremo ovviamente tornare sul tema della casa, perché questo è il problema di fondo che questa vicenda ci consegna, assieme alla povertà e alla disuguaglianza, ma intanto io credo che sia giusto ringraziare la Magistratura, il Prefetto, la Polizia di Stato, i Carabinieri, al Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco, la Polizia Municipale, l’assessora Urbelli e i servizi sociali del Comune”.
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