Apprezzo il vostro impegno risoluto e comprendo le preoccupazioni per come sono andate le cose nelle ultime settimane ma davvero non riesco a capire le considerazioni fatte ieri al termine della Commissione che presiedo e riportate stamattina dai giornali. Quelli che avete sentito infatti non erano interventi di “propaganda politica”, come li avete definiti, ma esposizioni di tecnici che hanno utilizzato norme e dati non per sostenere tesi, ma per spiegare il quadro normativo e il loro ruolo nel farlo rispettare oltre alle modalità scientifiche utilizzate per verificare che le emissioni rientrino nei limiti previsti da quelle norme.
Affermate che “la scienza non ha partito”: infatti! Quella di ieri non è stata una riunione di “parte”, ma l’audizione di esperti avvenuta in una sede istituzionale, dove tutte le “parti” sono rappresentate. Sottolineo come l’iniziativa, nella sua forma specifica, sia stata condivisa da tutti i gruppi politici e non siano emerse posizioni contrarie o proposte diverse.
“Il Comune avrebbe dovuto chiedere anche ai cittadini di portare esperti o soggetti autorevoli”: non si è trattato di un simposio medico ma di un’occasione di informazione per capire e raccogliere elementi oggettivi di valutazione (norme e parametri) nell’ambito delle competenze specifiche del Consiglio comunale. Tra l’altro, e qui riprendo quanto detto ieri dai tecnici, ci sono sentenze precise del Consiglio di Stato (non proprio una “parte” politica) che vietano al Comune di andare al di là del proprio ruolo, nel caso specifico limitando oltremodo l’iniziativa dei gestori. Una volta che Arpa e Ausl abbiano dato parere positivo, il Comune non ha il potere di opporsi: ci sono indicazioni internazionali e normative nazionali e regionali che prescrivono vincoli e di questo abbiamo discusso ieri, cercando di capire quanto questi garantiscono i cittadini e come gli enti preposti operano e vigilano per il loro rispetto. Noi abbiamo pensato e creduto di fare quanto di nostra competenza rivolgendoci alle istituzioni preposte ed esperte. Invitare anche altri “punti di vista”? Sarebbe stato come andare dal proprio medico di famiglia e poi cercare su internet se ci ha detto davvero la verità. Una brutta pratica che, in questo caso sì, come dimostrano ricerche scientifiche, sta già cambiando lo stile di vita di troppi cittadini mettendo a rischio la salute di tutti.
Allo stesso modo mi preoccupa che paure, per quanto legittime, generino sfiducia nei confronti delle istituzioni preposte a salvaguardare il benessere comune. Passi, in realtà personalmente faccio fatica a fare passare anche questo, per le istituzioni politiche come il Consiglio comunale (c’è sempre il voto democratico e periodico per giudicarle), ma mettere in dubbio l’autorevolezza degli enti preposti alla salute pubblica e la professionalità dei loro operatori ritengo che non giovi a nessuno.
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