“Il Comune di Modena è deciso a mettere in atto tutte le misure possibili per contrastare il fenomeno delle cooperative spurie e il mancato rispetto delle norme e dei contratti vigenti che danneggiano i lavoratori. In linea con la legge regionale del 2014 che promuove la legalità e la regolarità del lavoro e come dimostra il tavolo provinciale promosso in seguito alla vicenda della Castelfrigo”. Lo ha sottolineato l’assessore al Lavoro e alla Promozione della cultura della legalità Andrea Bosi, rispondendo, giovedì 10 marzo in Consiglio comunale, all’interrogazione, poi trasformata in interpellanza, proposta per il Movimento 5 stelle da Luca Fantoni. L’interrogazione, depositata l’8 gennaio, riguardava la situazione della cooperativa La Carpigiana service, che si è risolta positivamente lo scorso 26 gennaio con la firma di un accordo quadro tra la stessa cooperativa, la Cbm Spa (una delle aziende committenti della cooperativa) e le organizzazioni sindacali. Nel presentarla, il consigliere Fantoni ha manifestato la volontà di discuterla, anche a vicenda conclusa, “per tenere accesa una luce sulle cooperative spurie, diffuse anche nel settore delle carni, come ha dimostrato il caso recente della Castelfrigo”.
Aprendo la risposta, l’assessore Bosi ha ricordato i contenuti dell’accordo raggiunto, in base al quale, dopo la chiusura della procedura di mobilità aperta dall’azienda nel dicembre 2015, tutti i 38 lavoratori della Carpigiana service hanno potuto accedere volontariamente al percorso di mobilità, con il contestuale licenziamento da parte dell’azienda (necessario per avere il Tfr maturato negli anni). Per 20 lavoratori si è stabilita una somma onnicomprensiva per chiudere definitivamente, su base volontaria, il rapporto di lavoro e le contestuali cause di lavoro pendenti sia con l’azienda che con la committente Cbm. I 16 lavoratori rimanenti sono stati assunti dalla Cbm, attraverso le liste di mobilità con un contratto tempo indeterminato, senza periodo di prova, al terzo livello del contratto dei metalmeccanici.
Bosi ha poi messo in evidenza alcuni contenuti della legge regionale 3 del 2014 che opera sia sul piano dell’educazione alla legalità che nell’ambito del controllo, attraverso la cooperazione tra istituzioni, il monitoraggio e la condivisione dei dati utili. In particolare, proprio nel settore del facchinaggio e dei servizi complementari, la Regione promuove azioni per contrastare il caporalato e gli altri illeciti che alterano la regolarità del mercato attraverso lo sfruttamento dei lavoratori.
Intervenendo nel dibattito, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha ribadito la volontà di contrastare il fenomeno delle cooperative spurie e la necessità di norme che assicurino eticità e rispetto delle regole, “azioni da mettere in campo continuando a lavorare insieme alla Regione, attraverso un tavolo regionale”. Muzzarelli ha proseguito sottolineando “la serietà della Cbm che si è assunta degli impegni per superare la situazione ed evitare la diffusione di messaggi impropri che potrebbero danneggiare un sistema economico che ha ancora voglia di produrre come quello di Modena”.
Per il Pd Marco Malferrari ha sottolineato come, in mancanza di un quadro legislativo nazionale, “sia la Regione che il Comune di Modena abbiano provato a reagire al fenomeno delle cooperative spurie trovando soluzioni per i casi singoli. Le aziende che appaltano i servizi tendono a non verificare le condizioni di lavoro e contrattuali imposte dalle imprese fornitrici e questo causa fenomeni di discriminazione tra lavoratori. In questi casi – ha concluso il consigliere – si rivela fondamentale, a tutela dei lavoratori, il ruolo dei sindacati”.
Nella replica Luca Fantoni ha ribadito che sul tema delle cooperative spurie “manca una normativa che deve arrivare sia dalla Regione che dal Governo. Il sistema cooperativo, così diffuso a Modena, ha fatto crescere la nostra economia e le nostre imprese ma la situazione che si è venuta a creare oggi deve essere regolata”
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