04/03/2016

GLI INTERVENTI IN AULA SULL’ODG PER LE DIMISSIONI DI CAVAZZA

Prima del voto contrario del Consiglio hanno preso la parola alcuni consiglieri

Il no del Consiglio comunale di Modena alla richiesta di dimissioni dell’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza, contenuta in una mozione proposta dal capogruppo di Forza Italia Andrea Galli (a favore FI, contro Pd, Sel, Futuro a sinistra e Per me Modena, non voto del M5s) è arrivato dopo l’intervento di alcuni consiglieri nel merito.

Ad aprire il dibattito, nella seduta di giovedì 3 marzo, è stato il capogruppo Pd Paolo Trande che, nel respingere l’ordine del giorno come “destituito di fondamento” ha affermato che “valutare la riuscita di un’iniziativa complessa come quella della mostra al Mata solo sulla base del numero dei visitatori è sbagliato e fuorviante e dimostra che fate confusione tra politica culturale e marketing territoriale”. Il consigliere si è detto “deluso ma non meravigliato che un esponente della destra scriva un ordine del giorno in cui si dice che se non si portano a casa migliaia di euro, e non si guadagna il doppio di quanto si è investito, l’iniziativa è un fallimento. Qui però non stiamo parlando di patate ma di cultura. Bisogna tenere conto degli incassi ma soprattutto degli effetti: con Il Manichino, Modena ha avviato una nuova stagione di promozione della cultura”.

“Ma cosa ha fatto il sindaco se non promuovere la città e non la cultura? Questo è proprio marketing territoriale e pagato a caro prezzo”, ha replicato Adolfo Morandi per Forza Italia. “La promozione culturale non si fa in questo modo – ha sostenuto il consigliere – e avremmo opere di notevolissimo spessore che andrebbero valorizzate e su cui si dovrebbe spingere. Una promozione culturale la fa Modena antiquaria, che è diventato un evento di rilevanza nazionale, mentre un evento come quello del Mata fa ridere. Io avrei chiesto direttamente le dimissioni del sindaco perché è evidentissimo che l’assessore Cavazza fa quello che vuole il sindaco”. Per Andrea Galli “il dato di fatto è che la mostra è stata un flop: i numeri in democrazia sono importanti e la mostra è stata venduta come un successo ma non è stata vista. Non sono figlio – ha proseguito il consigliere – di una cultura per cui un euro speso deve produrre un euro: la cultura è importantissima, i numeri lo sono e sono convinto che, nel futuro, la cultura produca un volano multiplo rispetto a quanto fa nell’immediato. Mi aspettavo una parola da parte dell’assessore sulla svista fatta perché questa mostra è stata sbagliata in tutto: nella programmazione, nella costruzione e nella realizzazione. Se le dimissioni non si chiedono per questo – ha concluso – per cosa lo si fa?”.

Per Francesco Rocco di Futuro a sinistra “le perplessità sulla mostra ci sono state, anche da parte di persone competenti. É innegabile e oggettivo che ci siano stati dei problemi – ha proseguito – che probabilmente sarebbero stati minori se ci fosse stata una maggiore partecipazione, ma non si possono chiedere le dimissioni ogni volta che si presenta un problema”.

Domenico Campana di Per me Modena ha affermato che “la vicenda della mostra al Mata è complessa e ha sicuramente delle ombre ma dedurre da questa la richiesta di dimissioni dell’assessore è insensato, perché le dimissioni sono una cosa seria. Sulla mostra possiamo anche essere molto critici – ha aggiunto – ma valutare la politica culturale è un problema più complesso, costituito da molteplici elementi, e la sintesi che deriva dalle scelte che si fanno è largamente impredicibile”. Marco Chincarini, osservando che “sulla cultura i soldi vanno spesi e vanno affrontati i rischi conseguenti”, ha invitato Forza Italia a ritirare l’ordine del giorno “perché i numeri sono necessari per capire la ricaduta di una proposta ma attraverso le nuove proposte come il Mata è stato dato avvio a una nuova prospettiva di proposta culturale. Il dibattito – ha aggiunto – deve riguardare ciò che vogliamo proporre alla città: non è su una mostra che non è piaciuta che si chiedono le dimissioni ma su una politica culturale che si ritiene più o meno buona”.

Pur condividendo le considerazioni espresse dall’ordine del giorno, Elisabetta Scardozzi (M5s) ha dichiarato di non condividerne la richiesta. “Siamo consapevoli – ha detto la consigliera – che l’assessorato alla Cultura è uno dei più complessi da gestire, e i risultati non si possono definire solo sulla base di numeri e incassi. L’organizzazione della cultura modenese nell’ultimo anno, anche a causa dell’assenza del direttore della Galleria civica e di un programma vero e proprio, ha portato a spendere soldi pubblici pensando prima ai contenitori che ai contenuti. Ma mettere in discussione un assessore significa valutarne l’operato a 360 gradi e per questo non siamo d’accordo con l’ordine del giorno e non lo voteremo”.

 

 

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