02/12/2016

POLO S. AGOSTINO, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Diversi gli interventi dei consiglieri che hanno preceduto l’approvazione dell’ordine del giorno che chiede di avviare la Conferenza dei servizi

Il Consiglio comunale di Modena ha approvato un ordine del giorno emendato del Pd che chiede, dopo il percorso di approfondimento effettuato, di avviare la Conferenza dei servizi per il progetto del Polo culturale Sant’Agostino, Palazzo dei Musei e Ospedale Estense, dando mandato a sindaco e Giunta di concordare con il ministero dei Beni culturali e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena le soluzioni tecniche, progettuali e finanziarie.

Il documento illustrato dalla consigliera Grazia Baracchi, che indica anche puntualmente gli indirizzi che la progettazione dovrà seguire ricordando l’integrazione con il progetto “Ducato Estense” del ministero, ha ottenuto il voto favorevole di Pd, Sel, Fas – Sinistra italiana e Per me Modena, e l’astensione di M5s, FI e Idea Popolo e libertà. Respinto, invece, l’ordine del giorno del M5s sul Piano per la valorizzazione dei beni culturali modenesi. Ha votato contro il documento il Pd, a favore, oltre al M5s, anche Per me Modena, mentre si sono astenuti Fas – Sinistra italiana, Sel, FI e Idea Popolo e libertà.

Sul tema è intervenuto l’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza, che ha evidenziato: “Quando siamo partiti c’erano alcune idee, mentre ora sta venendo fuori un progetto molto diverso, frutto del percorso di ascolto e partecipazione che è stato sviluppato con soggetti esterni alle Istituzioni e in Consiglio comunale. È necessario comunque – ha concluso – che il lavoro sul piano tecnico e quello sul piano politico procedano separatamente”.

Dopo aver presentato il proprio emendamento, Marco Chincarini (Per me Modena) ha affermato che “la città ha bisogno di questo progetto che dobbiamo impegnarci a far partire al più presto e con un respiro ampio. Ma dobbiamo capire qual è il progetto culturale che vogliamo realizzare (la sensazione è che su questo non abbiamo sempre avuto le idee chiare) e chiederci cosa vogliamo mettere negli spazi, non solo come spostare i muri. Non dobbiamo perdere altro tempo – ha concluso il consigliere – e partire, spero presto, con la conferenza dei servizi e con la consulenza di risorse interne ed esterne per togliere tutti i condizionali sentiti nei sopralluoghi. Per poter finalmente dire ai cittadini che a Modena verrà realizzata quest’opera”.

Per il Movimento 5 stelle, Marco Bortolotti ha sostenuto che, “noi non stiamo accelerando la costruzione di un progetto culturale ma stiamo accorciando i tempi per, cito dall’ordine del giorno del Pd, la valorizzazione architettonica del quadrante Sant’Agostino-Estense”. Il consigliere ha proseguito rimarcando che nella costruzione del progetto manca l’Università “che invece riteniamo debba essere coinvolta perché formazione ed educazione nella cultura si devono incontrare, se vogliamo un progetto culturale rappresentativo della nostra comunità. Prima di procedere dobbiamo dunque verificare l’esistenza di un progetto culturale e non dobbiamo permettere ad altri soggetti, come la Fondazione, di sostituirsi all’Amministrazione in questo”. Secondo Marco Rabboni “occorre arrivare a un serio piano progettuale definito e articolato punto per punto: a oggi manca una definizione dei bisogni che si intende soddisfare, supportata da analisi e finalità. Si dovranno prevedere i risultati attesi, i punti di forza e le eventuali criticità, valutare la sostenibilità del progetto e l’eventuale intervento dei partner. Sono aspetti che dovrebbero precedere la Conferenza dei servizi ma che finora non sono stati trattati”. Elisabetta Scardozzi si è detta “dubbiosa sul valore aggiunto per la nostra città di questo progetto culturale. Per noi è fondamentale valorizzare, come dice anche la Costituzione, il patrimonio della comunità e avere esperti, scienziati e accademici che ci guidino in questo percorso. Questa è l’urgenza e non gli spazi che devono essere costruiti in funzione del contenuto”.

Luigia Santoro, Idea Popolo e libertà, ha affermato che il progetto culturale “senza dubbio viene valorizzato dall’integrazione della ristrutturazione del Sant’Agostino con l’Ospedale Estense e il Palazzo dei Musei: è un tutt’uno naturale che si apre sulla piazza e che sarà un polo di grande respiro per la città. Sicuramente c’è bisogno di maggiori spazi per gli istituti culturali e la sede unitaria è un bene”. Secondo la consigliera però “il progetto non è ancora ben definito e i costi non sono chiari”. Dichiarandosi “sollevata per il fatto che le lame librarie non si faranno più”, Santoro ha quindi sostenuto che “la Biblioteca Estense dovrebbe rimanere nella sede attuale, legata alla storia degli Estensi”.

Per FI, Adolfo Morandi ha espresso il dubbio che “tutto questo percorso sia guidato solo verso una fase di intervento edilizio, mentre bisogna capire quali attività verranno inserite in quel complesso: non si può ristrutturare senza saper cosa si vuole fare all’interno”. Il consigliere, inoltre, ha evidenziato che “in quanto amministratori della città di Modena, abbiamo il dovere morale, etico e sociale di capire se tutto questo progetto ha una sostenibilità anche economica. Mi pare siamo ancora in una fase lontana dal sapere come gestire quegli spazi e come sostenerli”.

Francesco Rocco (Fas-SI) dichiarando parere favorevole, ha apprezzato “la volontà di procedere con la realizzazione di un progetto che è stato modificato in modo importante nell’impianto complessivo, allargandone i confini con l’inclusione del Palazzo dei Musei, dell’ex Estense e della piazza, e questo è un bene perché permette di considerare un maggior numero di soluzioni”. Secondo il consigliere rimangono incertezze sulla “reale dimensione dell’impegno economico. Resta in forse anche lo smembramento di parte della Biblioteca Estense e pare essere uscita di scena la Biblioteca Poletti”. Inoltre, ha affermato ancora, non c’è chiarezza sulla partecipazione dell’Università: “Il sindaco dice che c’è, ma non si capisce se sarà coinvolta nella fase progettuale e se avrà un ruolo propositivo”.  

Marco Cugusi di Sel ha evidenziato “l’intreccio tra recupero urbanistico e funzioni culturali. Dai sopralluoghi – ha aggiunto – si sono evidenziati la carenza di spazi e la necessità di personale qualificato che possa valorizzare quello che c’è dentro i nostri Istituti culturali. Rispetto al progetto culturale le macrolinee generali ci sono già e, riguardo al personale, se vogliamo far vivere il polo in maniera proficua dobbiamo avere personale qualificato. Il nostro contributo deve essere costante e continuo – ha detto ancora – e deve essere dato spazio alla partecipazione e ai contributi costruttivi, ad esempio quelli dell’associazione Amici Sant’Agostino”.

Per il Pd, Chiara Susanna Pacchioni ha sottolineato: “Non nascondo la necessità di un progetto strategico funzionale alla riorganizzazione degli istituti culturali coinvolti, né l’importanza del futuro governo del nuovo luogo della cultura a Modena, ma non meno rilevante è il valore del recupero del patrimonio architettonico dell’ex ospedale sant’Agostino: non possiamo lasciare che tutto deperisca – ha proseguito – non possiamo sottrarci alla nostra responsabilità di decidere ciò che deve cominciare ad essere realizzato nei binari della legalità, della trasparenza e della partecipazione, che mi pare non sia mancata né deve mancare in futuro”. Per Fabio Poggi, “pur nel tentativo di provare a costruire un percorso condiviso, ho la sensazione che stiamo mandando il motore fuori di giri. Il nostro dovere adesso è far partire il percorso perché sia chiaro cosa si intende per contenitore: non siamo alla fine dell’iter, ma in una prima tappa. C’è bisogno del contributo di tutti – ha aggiunto – ma temo non ci sia la consapevolezza del livello di contributi che un progetto di queste dimensioni necessita: è un errore pensare che possiamo essere noi i custodi e promotori di un progetto che può cambiare la vita della città. Continuiamo a dare il nostro contributo – ha concluso – in maniera costruttiva come è stato fatto sinora, tenendo conto delle diverse tappe che il percorso deve fare”.

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