Sono una decina le famiglie WelcHome a Modena, famiglie cioè che, aderendo al progetto WelcHome nato dalla partnership di mondo del volontariato, associazionismo, terzo settore e assessorato al Welfare del Comune di Modena, si sono rese disponibili a ospitare un rifugiato per un periodo di circa sei mesi, in un percorso di ospitalità condiviso e guidato.
Martedì 18 ottobre alle 20.30 nella sala Manifattura della Fondazione San Filippo Neri, in via Sant'Orsola 52, dopo i saluti dell’assessora al Welfare Giuliana Urbelli, due famiglie che hanno aderito al progetto racconteranno la loro esperienza. Si tratta di nuclei familiari che hanno partecipato, insieme ad altri, al primo percorso di formazione per famiglie WelcHome che si è svolto in primavera, e già da inizio estate hanno accolto giovani stranieri.
Durante l’incontro, intitolato “Motivazioni e attese nell'accoglienza; la costruzione di una relazione nella vita quotidiana”, interverranno anche rappresentanti della Comunità di accoglienza San Filippo Neri, coinvolta in WelcHome come le altre comunità per minori Orione 80, Ceis e San Pancrazio che collaborano alla valutazione dei ragazzi che più possono beneficiare di una collocazione familiare, favoriscono i primi incontri con la famiglia e rimangono un punto di riferimento per i ragazzi. In particolare, durante la serata un educatore racconterà come si svolge la vita in una comunità d’accoglienza.
Nel primo incontro del percorso formativo, che si è svolto la scorsa settimana, si è parlato del contesto giuridico-normativo dell'accoglienza dei richiedenti asilo e dell'accoglienza nel progetto Sprar e del Progetto per l’accoglienza minori stranieri non accompagnati. Nel terzo incontro, in programma martedì 25 ottobre si punterà su “Il coinvolgimento della città nel progetto: amministrazione pubblica e associazioni di volontariato. Il supporto ai progetti di accoglienza”.
L’accoglienza nell’ambito del progetto WelcHome è rivolta a minori stranieri non accompagnati (attualmente a Modena sono 92 quelli collocati in strutture), anche richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale rientranti nello Sprar, il Sistema nazionale di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (a Modena sono una decina i posti Sprar riservati a minori).
Si tratta per lo più di ragazzi alla soglia della maggior età e neo maggiorenni che hanno già fatto un percorso in comunità dimostrando buone capacità di autonomia e volontà di partecipare alla vita sociale e a percorsi d’integrazione.
La permanenza media nel progetto è di circa sei mesi rinnovabili per altri sei e prevede che, attraverso una rete di servizi di orientamento e informazione, si accompagni la persona verso l’autonomia e l’integrazione.
WelcHome intende quindi offrire un’opportunità in più attraverso la sperimentazione di un percorso di accoglienza che pone al centro le relazioni e la solidarietà. Fondamentale è il ruolo del volontariato nel costruire una rete in grado di fornire alle famiglie supporto affettivo e un aiuto concreto nelle attività pratiche, dall’avvicinamento al lavoro all’accompagnamento per il disbrigo delle pratiche.
Ai nuclei familiari che si propongono per l’esperienza viene dato il supporto informativo e formativo iniziale e un sostegno continuativo di consulenza durante il percorso per gli aspetti organizzativi, relazionali e psicologici a seconda delle esigenze che dovessero presentarsi.
Al progetto WelcHome partecipano Arci Modena, associazione Amazzonia Sviluppo, associazione Porta Aperta, associazione Servizi Volontariato Modena, Associazioni straniere e comunità religiose di Modena, Caritas Diocesana, Consulta comunale delle Politiche familiari, solidali e della Coesione sociale, Forum delle Associazioni Familiari, Forum Terzo Settore, Rete Famiglie per l’Accoglienza. Inoltre, l’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Rete delle associazioni modenesi a sostegno delle famiglie per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati e richiedenti asilo.
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