La vita, le vite, e l’arte, le arti, del modenese Gian Pio Torricelli, in una biografia che lo segue dalla nascita a Modena nel 1942 fino a oggi, passando per la grande stagione delle avanguardie degli anni ’60, Roma, l’amicizia con tanti intellettuali e artisti, i viaggi, il manicomio criminale. Questi, in estrema sintesi, i contenuti del libro di Caterina Fantoni “dunque, Torricelli. Gian Pio Torricelli dal Gruppo 63 al manicomio criminale” (edizioni Artestampa), che si presenta in un incontro a molte voci, aperto a tutti, sabato 16 gennaio alle 17.30, a cura della Biblioteca Poletti, nell’ex Oratorio al piano terra di Palazzo dei Musei, in largo Sant’Agostino a Modena.
Un libro che, spiegano gli organizzatori,“si inoltra, con passo discreto ma sicuro, nelle due e più vite di Gian Pio Torricelli: l'uomo, l'artista, il figlio, il fratello, il malato di mente, i tanti volti di una personalità poliedrica e complessa che ha vissuto una delle stagioni più ricche ed esaltanti della nostra storia recente”.
All’incontro interverranno l’autrice Caterina Fantoni, gli artisti Carlo Cremaschi, Giuliano Della Casa, Franco Guerzoni, Gianni Valbonesi, Franco Vaccari, Enrico Manelli ed Erio Carnevali; gli scrittori e giornalisti Maurizio Spatola e Roberto Barbolini, il professor Franco Tedeschi, l’editore Carlo Bonacini e Carla Barbieri della biblioteca Poletti, che custodisce nei suoi fondi documenti di rilievo citati nel libro. È previsto l’arrivo dello stesso Gian Pio Torricelli. La voce recitante a cui sarà affidata la lettura di brani è quella dell’attore e regista Luigi Gozzi.
“La meteora di questo artista incompiuto e tormentato – spiega Caterina Fantoni - ha attraversato per una manciata di anni, dal 1963 al 1968, i fervidi cieli dell'Italia delle nuove avanguardie, per poi lentamente svanire e inabissarsi, dall'inizio degli anni Settanta, nel labirinto oscuro della malattia mentale e della reclusione”. Figura tragica di provocatore, personalità eccentrica e dotata di un eccezionale carisma mimetico e istrionico, Torricelli si arruola ufficialmente a 23 anni – con la pubblicazione della prima silloge poetica “Dunque cavallo” – in quella schiera di artisti e intellettuali che gravitavano attorno al Gruppo 63 e, con opere e con ragioni, tentavano di delineare i percorsi dell'arte e della società di domani. Torricelli entra in contatto con Edoardo Sanguineti, Umberto Eco, Adriano Spatola, Antonio Porta, Renato Barilli, per citare solo alcuni nomi, mentre nella sua Modena era già "un personaggio", conosciuto, ammirato e talvolta temuto per i suoi comportamenti imprevedibili, da artisti che sarebbero diventati di primo piano come Claudio Parmiggiani, Carlo Cremaschi, Franco Guerzoni, Franco Vaccari, Giuliano Della Casa e altri.
“È una fase di creatività assoluta – spiegano dalla redazione di Artestampa - di sperimentazione, di performances diffuse: lo scambio tra l'arte e la vita diventa serrato, si fa strada l'idea dell'artista totale”. Nel ‘68 Torricelli pubblica “Coazione a contare”, un'opera il cui testo è costituto da un elenco di numeri da uno a cinquemilacentotrentadue, e che Eco ha indicato come “prodotto estremo del primo gruppo 63”, commentando: “Se a questo si era giunti finiva allora un'epoca e doveva incominciarne un'altra”.
Ma la nuova epoca per Gian Pio Torricelli non venne mai. Primo figlio maschio dopo tre sorelle, Torricelli era nato appena in tempo per salvare suo padre dalla partenza per il fronte. Un “puer”, un predestinato, una benedizione piovuta dal cielo. Con questo marchio Torricelli viene al mondo, e a questo marchio, come in un inesorabile destino edipico, finisce per sacrificarsi. Violenze, arresti, manicomio criminale, elettroshock. Dolori, speranze, e infine rassegnazione. Oggi Gian Pio Torricelli, a 73 anni, vive sereno in una casa di riposo. E parla con gli extraterrestri.
Per informazioni sull’iniziativa e sul libro: tel. 335 7011502; Artestampa, tel. 059 243449; Biblioteca Poletti, tel. 059 2033372 (www.comune.modena.it/biblioteche).
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