Un percorso espositivo nel ridotto del Teatro Comunale, visitabile insieme al teatro stesso dal 4 settembre al 31 ottobre, celebra il Pavarotti cantante lirico, interprete straordinario di un’arte che ha trovato in Italia e a Modena espressioni eccellenti, ma sottolinea anche il rapporto profondo tra il Maestro, la sua gente e il teatro della sua città da lui sempre amato: il Comunale di Modena, che oggi porta il suo nome.
L’allestimento, affidato all’artista e curatore modenese Fulvio Chimento, è intitolato “Pavarotti e il suo teatro. I nove do di petto”, ed è, appunto, diviso in nove sezioni. A ispirare il titolo è l’esibizione del 1966 alla Royal Opera House di Covent Garden di Londra in cui il tenore, che si esibiva nella “Figlia del reggimento” di Donizetti, in un difficile passaggio, come racconta l’esperto di lirica Rodolfo Celletti, “non solo sparò gli otto do di petto uno dietro l’altro, ma ne aggiunse un nono in regalo, alzando di una quinta il fa conclusivo”. E il percorso allestito al Comunale richiama appunto quella vicenda, mettendola idealmente in parallelo con la carriera di Pavarotti: a ogni nota viene associata una significativa tappa biografica.
Fotografie di scena realizzate da Agostino Arletti, libretti di sala, vinili, pubblicazioni e ritagli di giornali d’epoca ricostruiscono nelle prime cinque sezioni della mostra il decennale rapporto tra Pavarotti e il teatro a lui intitolato.
La sesta “nota” del percorso espositivo è caratterizzata da una serie di immagini che sottolineano il legame di Pavarotti con il monumento più importante della sua città: il Duomo. I riferimenti principali sono al grande concerto svolto in Piazza Grande il 15 agosto 1985 e all’esibizione avvenuta all’interno della chiesa nel 1978. In questa occasione Luciano e il padre Fernando cantano un classico della musica sacra, il “Panis Angelicus”. Al termine della messa, il duetto accompagnato da alcuni componenti della Corale Rossini dà vita a uno “storico” fuori programma, cantando alcune arie in esterno, sotto la Porta Regia, tra cui anche alcune canzoni tradizionali modenesi.
La settima sezione della mostra prevede una rilettura in chiave moderna del rapporto tra Pavarotti, la città di Modena e il Teatro Comunale. La matita dell’illustratore e fumettista Marino Neri (vincitore del Premio Ghirlandina 2015) dà vita a “Genius loci”, quattro tavole in cui vengono rappresentati alcuni luoghi modenesi legati alla vita del tenore da giovane: il forno del padre Fernando nel quartiere San Lazzaro, la vecchia sede della Corale Rossini in via Emilia Centro, la parrocchia di San Faustino (dove nel 1957 Luciano inizia a svolgere il lavoro di insegnante elementare) e, ovviamente, il Duomo.
Per scelta del curatore alcune fotografie scattate da Rolando Paolo Guerzoni al termine del concerto per la riapertura del teatro (1998-99) sono retroilluminate. Il pubblico applaude l’esibizione di Pavarotti dal palco, in una sequenza sfavillante. La stessa luce che abbaglia il tenore sul palcoscenico e che si ritrova negli scatti di due pubblicazioni, esposte in consultazione, realizzate dal Teatro Comunale in onore di Pavarotti, che ripercorrono le tappe principali della carriera del tenore.
Nella ottava sezione della mostra è possibile ammirare alcuni vinili e oggetti appartenuti in vita a Luciano Pavarotti, e a lui cari, gentilmente concessi dalla Casa-Museo: un foulard, un cappello Panama, il grande fazzoletto bianco che il Maestro portava sempre nei suoi concerti.
La nona tappa del percorso è dedicata all’inaugurazione del Comunale restaurato e alla festa per il 40esimo della carriera: il 23 gennaio 1999 Pavarotti canta, idealmente insieme ai suoi concittadini, in occasione della riapertura del Teatro dopo i restauri, in un “recital” con Leone Magiera al pianoforte; mentre il 29 aprile 2001 il Maestro festeggia i quarant’anni di carriera con alcune delle stelle più luminose della lirica internazionale, tra cui l’amico José Carreras e il soprano Renata Scotto. Il ricordo è vivificato dalla musica: nell’ultima sala viene infatti proiettato anche il video realizzato nell’occasione.
Il percorso, che comprende la visita al teatro e anche ai suoi spazi sconosciuti al pubblico, tra i quali le sartorie e la grande sala dove si realizzano le scenografie, sarà aperto tutti i venerdì, sabato e domenica (con possibilità di prenotare per gruppi anche in altri giorni) per massimo 35 persone a visita, della durata di circa 45 minuti, con inizio alle 11, alle 12, alle 16 e alle 17, al costo di 5 euro a ingresso.
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