12/09/2015

IL SALUTO DEL SINDACO AL VESCOVO: BENVENUTO, “DON” ERIO

Muzzarelli, oggi a Forlì per l’ordinazione di monsignor Castellucci, porge il saluto della città. Domenica alle 15.45 l’incontro con le autorità in piazza Roma

Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e il vice sindaco Gianpietro Cavazza partecipano oggi, sabato 12 settembre, a Forlì alla celebrazione dell’ordinazione vescovile di monsignor Erio Castellucci che domenica fa il suo ingresso in città come arcivescovo di Modena e Nonantola: alle 15.45 in piazza Roma è previsto il tradizionale saluto delle autorità (in caso di maltempo: chiesa San Carlo), prima della liturgia d’ingresso che si celebra in Duomo alle 17.

 

Questo il saluto del sindaco Gian Carlo Muzzarelli al nuovo vescovo.

 

Benvenuto a Modena, eccellenza, o, come sappiamo preferisce: don Erio.

Le porgo il saluto della città intera nella consapevolezza che, al di là di ogni differenza di ruolo e di opinione, la voce del Vescovo è sempre stata per i modenesi un contributo essenziale per comprendere il senso del cammino della comunità.

Modena è una città laboriosa, che ha costruito il suo benessere con l'intelligenza, la fatica e il sudore della fronte. Ha saputo reagire agli eventi tragici della storia, alle miserie secolari e alle distruzioni delle guerre.

La storia di Modena è certo storia di personalità eminenti, di duchi e generali, di studiosi e di eroi del Risorgimento, senza dimenticare i grandi della contemporaneità, come Enzo Ferrari e Luciano Pavarotti.

Ma è prima di tutto storia di popolo, un popolo che ha costruito i monumenti simbolo della città, come il Duomo e la Torre Ghirlandina, patrimonio dell'umanità insieme a piazza Grande, che tutti abbiamo il dovere di conservare e valorizzare.

Un popolo che nel corso della Seconda Guerra Mondiale, con la Resistenza e la Lotta di Liberazione, ha saputo prendere in mano il proprio destino e, dalla ricostruzione in poi, è stato capace di portare Modena fra le città più sviluppate dell'Europa e del Mondo.

Un popolo che, anche nei più recenti frangenti delle calamità naturali che, con il terremoto prima e l'alluvione poi, hanno colpito il territorio, ha saputo reagire con prontezza e solidarietà: ha reagito, ricostruito, ricreato opportunità e lavoro.

Tuttavia la città cambia e cambia insieme a un mondo sempre più interconnesso e interdipendente. Si moltiplicano gli scambi e le persone migrano a milioni: l'altro, il diverso, è già qui insieme a noi e mette alla prova, una prova difficile, la nostra solidarietà e i principi della nostra civiltà.

Come ha detto il presidente Junker al Parlamento Europeo: “Noi europei dovremmo ricordare che questo è un continente dove tutti, in un momento o in un altro della nostra storia, siamo stati profughi”. Anche l'incontro fra le grandi religioni monoteiste è uscito dai libri di teologia per entrare nella vita quotidiana, percorrere le nostre strade, misurarci a ogni incrocio.

E’ necessario cogliere i “i segni dei tempi” rinnovando il nostro impegno per la “cura della casa comune”. Le difficoltà sono tante (dai conflitti internazionali alle disuguaglianze scandalose, dall’ambiente degradato alle persecuzioni religiose che colpiscono innanzitutto i cristiani) e il compito della politica è arduo, perché di fronte alle paure del presente e alle incertezze del futuro, deve innanzitutto recuperare credito e fiducia con la coerenza e l'esempio; perché la semplice, anche se corretta, gestione del potere non ha risposte; perché le vecchie ricette si sono esaurite.

Ci vuole uno scatto morale, capace di trasmettersi a tutta la comunità e prima di tutto alle nuove generazioni. Per la prima volta da oltre un secolo l'idea che la vita dei figli sarà migliore di quella dei padri è entrata in crisi.

In parte ciò è dovuto alla crisi economica e allo sconvolgimento degli equilibri planetari, che reclamano più solidarietà, più cooperazione, più coscienza del destino comune.

Per un'altra parte è la concezione stessa dello sviluppo che è in discussione, laddove per sviluppo non possiamo intendere solo la crescita dei redditi, ma prima di tutto la crescita morale e civile e lo sviluppo umano, lo sviluppo integrale di ogni donna e ogni uomo.

Dove trovare allora le energie e le idee per andare avanti? Siamo davvero nel vuoto e senza speranza? Io penso di no e in tanti pensiamo di no!

Ci soccorrono i grandi principi di libertà, eguaglianza e fraternità; ci soccorre la partecipazione delle donne e degli uomini di buona volontà; ci soccorre l'impegno dei tanti educatori che nella scuola e nell'Università, nelle parrocchie, nelle polisportive e nelle associazioni laiche aiutano le famiglie nel decisivo compito di educare i giovani, di formare nuove classi dirigenti, di stimolare e preparare nuovi talenti, di inserire i nostri ragazzi e le nostre ragazze nel lavoro e nella vita.

Ci soccorre infine l'eredità della nostra storia, se sappiamo esaminarla con occhio critico, per guardare lontano e non per contemplare e rimpiangere il passato, facendoci venire il torcicollo.

Modena ha saputo crescere e potrà cresce ancora in modo intelligente, sensibile e inclusivo se manterrà aperte le porte e le finestre, se saprà essere ancora e ancora di più una società aperta all'altro, aperta alla mobilità sociale, all'innovazione e al mondo che cambia.

Gian Carlo Muzzarelli

sindaco di Modena

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