Jerry Bergonzi, Kurt Rosenwinkel, Shawnn Monteiro, Franco Ambrosetti, Flavio Boltro, Pietro Tonolo, Ginger Baker e Pee Wee Ellis. Sono i grandi musicisti della scena jazz internazionale protagonisti al Modena Jazz festival 2015. Di ciascuno di loro ecco una mini scheda biografica a cura della direzione artistica del Modena Jazz Festival 2015.
Jerry Bergonzi è uno dei punti di riferimento del sax tenore moderno. Per maestria tecnica, capacità innovativa, sonorità e integrità artistica, può essere inserito tra i pochi in grado di ricevere il testimone lasciato da Coltrane, Rollins o Dexter Gordon. Se la notorietà internazionale è arrivata negli anni ’70, quando lavorò a lungo nel quartetto di Dave Brubeck, in seguito Bergonzi si è imposto come leader di formazioni solide e come insegnante seguito in tutto il mondo. Ha scritto sei volumi sull’improvvisazione e armonia (Inside Improvisation) che sono diventati imprescindibili per qualsiasi studente e musicista. Con lui hanno suonato un po’ tutti i grandi della storia recente del jazz.
Kurt Rosenwinkel, nei suoi venticinque anni di carriera ha dato prova, accanto alle sue qualità esecutive e strumentali, di una visione compositiva e musicale innovativa e talvolta visionaria, che lo ha confermato al centro dell’attenzione della critica e gli ha procurato un vasto seguito di fan in tutto il mondo. La sua concezione musicale nasce e si sviluppa grazie a preziose collaborazioni, agli inizi con nomi storici del jazz statunitense come Gary Burton e Paul Motian e, una volta trasferitosi a New York, nel 1991, con musicisti coetanei con i quali ha contribuito all’evoluzione del linguaggio del jazz contemporaneo: Brad Mehldau, Mark Turner, Ben Street, Larry Grenadier, Avishai Cohen e Jeff Ballard.
Shawnn Monteiro, voce jazz di successo e fama mondiali, è “figlia d’arte”, poiché il padre era il celebre contrabbassista di Duke Ellington, Jimmy Woode. Lo stile di Shawnn si caratterizza per il timbro profondo, l'eleganza, la ricca dinamica, l'alternanza delle “scat” (l’imitazione di strumenti musicali con la voce, tramite la riproduzione di fraseggi simili a quelli strumentali), il senso dello swing, in cui si legge la profonda influenza delle grandi cantanti jazz del passato, oltre che una spiccata vena artistica di profonda comunicazione espressiva. Ha collaborato con Clark Terry , Ray Brown, Lionel Hampton, Basie Band, Nat Adderly, Kenny Barron, Gary Bartz, James Williams, Bobby Durham, Jimmy Cobb, Stanley Jordan, Ed Thigpen, Johnny Griffin, Sonny Fortune solo per citarne alcuni. Ha avuto anche molte esperienze con cantanti e gruppi non prettamente jazz: Spyro Gyra, Marvin Gaye, Weather Report, Four Tops, e altri ancora.
Franco Ambrosetti , figlio del sassofonista Flavio, inizia nel ‘61 la sua carriera di musicista professionista e qualche anno dopo, a Zurigo, forma il primo gruppo. Dal 1963 al ‘70 suona con il quintetto di suo padre, di cui facevano parte anche George Gruntz (pianista e compositore) e Daniel Humair (batterista) con i quali ancora oggi collabora. È con questa formazione che nel ‘67 Ambrosetti debutta negli Usa al Monterey Jazz Festival. Nel 1972 ufficializzarono la formazione George Gruntz Concert Jazz Band, gruppo fondato con suo padre e composto da George Gruntz e Daniel Humair. Dal 1970 in poi Franco Ambrosetti suonò come freelance, e in alcuni casi incise anche, con diversi musicisti jazz di fama mondiale, come Dexter Gordon, Cannonball Adderley, Michael Brecker, Mike Stern e molti altri. Fonda, inoltre un quartetto con ottimi musicisti jazz italiani come Alfredo Golino, Antonio Faraò e Dado Moroni. Ambrosetti è attivo come freelance in Europa e Usa, come solista e come leader del suo gruppo. Da solista ha partecipato alle registrazioni di numerosi dischi di Mina. È presidente della Scuola di musica moderna a Lugano.
Flavio Boltro è uno dei più grandi trombettisti italiani. Diplomato al conservatorio di Torino, si è “fatto le ossa” in Italia prima di esibirsi accanto a musicisti come Cedar Walton, Bob Berg, Don Cherry, Billy Hart e Billy Higgins. A partire dal 1990, ha partecipato a numerosi festival e tournée in veste di sideman di Freddie Hubbard e Jimmy Cobb, prima di entrare nel gruppo di Laurent Cugny (dal ‘94 al ‘97) e di suonare con Aldo Romano. Dopo aver fatto parte stabilmente per quattro anni della ONJ Francese e in seguito del sestetto di Michel Petrucciani, è componente dell’attivissimo gruppo Di Battista- Boltro quintet. Artista brillante e versatile, Boltro come compositore ha inciso nel ‘99 il primo album a suo nome dal titolo “Road Runner”, e nel 2002 il secondo “40°” alla testa del suo quartetto. Entrambi i lavori sono stati pubblicati dalla Blue Note. Nei concerti attualmente collabora, tra gli altri, anche con Michel Portal e Laurent De Wilde
Pee Wee Ellis ha scritto pezzi “mitici” come “Cold Sweat” e “The Chicken”. Oltre alla lunga esperienza con James Brown, Pee Wee ha lavorato come arrangiatore e direttore musicale per un altro grande della storia della musica: Van Morrisson. Come solista ha contribuito a definire il brand sonoro distintivo del genere jazz-funk quando, con i vecchi compagni Fred Wesley e Maceo Parker, ha formato i JB Horns. Dal 2009 al 2011 ha portato in tour in Europa e America il tributo a James Brown “Still Black Still Proud”
Pietro Tonolo è uno dei più noti sassofonisti di jazz europei. Ha iniziato la sua attività giovanissimo suonando in Europa e in America con le band di Gil Evans e Chet Baker. Ha inciso una novantina di cd come sideman e a suo nome, ottenendo ampi successi e riconoscimenti. Ha collaborato con molti tra i principali jazzisti italiani (Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Enrico Rava, Rita Marcotulli, Danilo Rea, Roberto Gatto) ed europei (Aldo Romano, Tony Oxley, Henri Texier, col quale ha effettuato tournée in Oriente, Africa e America Latina). Ha suonato con musicisti come Lee Konitz, Steve Lacy, Joe Lovano, Joe Chambers, Gil Goldstein, Steve Swallow, Eliot Zigmund, Paul Motian (come componente della sua “Electric Bebop Band”) ed è uno dei musicisti italiani che godono di alta considerazione presso i colleghi d'oltreoceano.
Ginger Baker. Il batterista Peter Edward “Ginger” Baker (Lewisham, Londra, 1939) con le sue influenze jazzistiche, ha introdotto la sua irrefrenabile fantasia per l’improvvisazione sperimentale in un genere più rigoroso come il blues. E sonorità tribali, provenienti dalle culture d'Africa, echeggiano sulle basi ritmiche dei Cream, un tappeto percussivo capace di ampliarsi in performance dal vivo senza confini per spettacolarità di esecuzione e inventiva. Già nel 1960 Baker aveva perfezionato la tecnica di percussionista con il nigeriano Fela Anikulapo Kuti e, successivamente, con Alexis Korner e nella Graham Bond Organisation.
Per informazioni: ratpackmusic@alice.it - tel. 345 7902481
Azioni sul documento