Fino al 31 maggio ha avuto circa 12mila 500 visitatori (11.392 visitatori singoli e 1.103 allievi di scuole primarie e secondarie che hanno partecipato a 47 percorsi didattici collegati alla mostra, mentre sono state una ventina le visite guidate per gruppi). La mostra dei Musei civici “Le urne dei forti. Storie di vita e di morte in una comunità dell’età del Bronzo”, inaugurata il 14 dicembre 2014, anziché chiudere come previsto il 7 giugno è stata prorogata fino al 27 settembre. Resterà dunque visitabile gratuitamente per tutta l’estate, stagione in cui gli istituti al terzo piano di Palazzo dei Musei in largo S. Agostino quest’anno saranno aperti al pubblico anche in agosto (nel 2014 erano chiusi da metà luglio a metà agosto).
Nel libro delle presenze, i messaggi lasciati dai visitatori (anche da fuori regione e dall’estero), testimoniano il gradimento del pubblico per l’allestimento innovativo della mostra archeologica che svela, con reperti e con ricostruzioni e filmati evocativi, aspetti dei rituali funerari nelle Terramare e informazioni sulla vita di una comunità della pianura padana di oltre tremila anni fa.
La mostra presenta i risultati di una ricerca pluriennale condotta sulla necropoli dell’età del bronzo di Casinalbo, sepolcreto individuato alla fine dell’800 a circa 200 metri da uno di quegli abitati dell’età del bronzo, noti come “terramare”, che a partire dal 1650 a.C. occuparono in modo capillare la pianura padana centrale. Nuovi scavi intrapresi dal Museo civico archeologico di Modena in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna hanno indagato parte della necropoli recuperando oltre 600 tombe costituite da pozzetti contenenti le urne cinerarie con i resti dei defunti. Nel settore interessato dagli scavi sono stati individuati sentieri che delimitavano nuclei di sepolture e aree dove si svolgevano rituali precedenti e successivi al rogo funebre. Questi ultimi, ricostruiti grazie alle evidenze e a moderne tecniche archeologiche, richiamano quelli che Omero descrive nell’Iliade raccontando i funerali di Patroclo o di Ettore.
La mostra, realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il Patrocinio dell'Istituto italiano di preistoria e protostoria e dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e con la collaborazione delle Soprintendenze per i Beni archeologici dell’Emilia-Romagna, del Veneto e del Piemonte e della Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia, è curata da Andrea Cardarelli, professore di Preistoria e Protostoria all’Università Sapienza di Roma e da Cristiana Zanasi, curatrice del Museo civico archeologico etnologico modenese. Hanno collaborato alla ricerca il Museo preistorico etnografico Luigi Pigorini di Roma e le Università di Modena e Reggio Emilia e del Salento.
La mostra è allestita ai Musei civici di Modena al terzo piano di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino. I Musei - che ospitano anche la mostra “Una risata ci salverà. Modena e la caricatura negli anni della Grande Guerra” e le collezioni permanenti del percorso espositivo – sono visitabili gratuitamente da martedì a venerdì dalle 9 alle 12 (con possibilità di apertura pomeridiana per gruppi di minimo 20 persone, su prenotazione); sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; chiuso nei lunedì non festivi.
Per informazioni, tel. 059 2033101 o www.comune.modena.it/museoarcheologico
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