11/06/2015

CONTRIBUTI ELETTORALI, FERRARI: “PERCORSI TRASPARENTI”

L’assessora al Bilancio ha risposto a un’interrogazione del consigliere Pellacani (FI)

“I dati e i fatti sono trasparenti e non consentono illazioni né sui comportamenti degli amministratori e degli uffici, né sulle imprese coinvolte”. Lo ha affermato l’assessora al Bilancio, Finanze e Tributi del Comune di Modena Ludovica Ferrari rispondendo, durante la seduta consiliare di giovedì 11 giugno, a un’interrogazione del consigliere di Forza Italia Giovanni Pellacani che chiedeva quali delle imprese che hanno contribuito alla campagna elettorale del sindaco svolgano, o abbiano svolto, attività per il Comune negli ultimi cinque anni.

Come ha spiegato l’assessora, “le aziende che hanno finanziato la campagna elettorale del sindaco Muzzarelli, in modo del tutto legale, sono state 15: di queste, otto non hanno alcun contratto ultimato o in essere con il Comune di Modena. I finanziamenti concessi dalle altre sette aziende ammontano a 27.500 euro, pari al 36 per cento dei contributi raccolti dal candidato Muzzarelli. I contratti ultimati o in essere fra le sette aziende in questione e il Comune di Modena sono 26 e sono stati assegnati attraverso procedure normate, con adeguata pubblicizzazione di gara, con affidamenti in convenzioni Consip o con procedure negoziate a inviti (con l’invio di almeno cinque lettere d’invito come previsto dalla legge per queste specifiche tipologie di aggiudicazione)”. Di questi contratti, due (che interessano la Cpl di Concordia) sono stati assegnati tramite convenzione Consip; venti sono stati assegnati prima della elezione del sindaco Muzzarelli, tra il 2009 e il 2013; in nove casi le aziende sono organizzate in raggruppamenti temporanei d’impresa e dunque si sono aggiudicate i lavori insieme ad altre.

Rispondendo alla domanda posta dal consigliere, “se il Comune non ritenga opportuno, per evitare conflitti di interesse, introdurre nel regolamento degli appalti come causa di esclusione l’aver finanziato la campagna elettorale di chi governa”, l’assessora ha spiegato che le cause di esclusione per la partecipazione agli appalti sono definite in modo tassativo dal codice dei contratti pubblici e dal successivo regolamento di attuazione e non possono essere disciplinate diversamente dai regolamenti comunali. Il codice infatti elenca i casi in cui la stazione appaltante può escludere i concorrenti ed esplicita chiaramente che i Comuni non possono prevedere ulteriori cause di esclusione perché verrebbero annullate.

“Non voglio entrare nel merito della questione del finanziamento pubblico ai partiti – ha concluso l’assessora – ma la riforma ne prevede il superamento e, totale o parziale che sia, la direzione è quella del finanziamento privato della politica che però non può basarsi sulla cultura del sospetto che è totalmente da respingere”.

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