“L’accesso alla rete Internet è determinante per lo sviluppo economico, culturale e sociale delle persone, ecco perché, al pari di luce, acqua e gas e altre utility, deve essere un diritto essenziale garantito a tutti”. Lo hanno detto a chiare lettere il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e l’assessora a Bilancio e Smart City Ludovica Carla Ferrari intervenendo oggi all’appuntamento “Donne Digitali” che proseguirà per tutta la giornata al Mef di Modena.
L’iniziativa che vede partecipare oltre 150 donne, è promossa dall’associazione European’s Women Management Development con il patrocinio degli assessorati alla Smart City e alle Pari opportunità del Comune di Modena.
L’assessora alla Smart City Ferrari ha in particolare lanciato un appello in tre punti. Innanzitutto, a sostegno del Disegno di Legge di modifica dell’articolo 34 bis della Costituzione depositato al Senato, che introduce il diritto all’accesso a internet tra i diritti sociali “e che costituisce un’autentica rivoluzione giuridica, civile, economica e sociale”, ha precisato, sottolineando però, che “occorre puntare a internet veloce, e quindi alla banda larga, se si vuole andare al cuore del problema”.
Ferrari ha quindi ricordato che va in questa direzione la realizzazione avviata dall’Amministrazione modenese, in strade, piazze e luoghi di aggregazione, di una rete di punti wi-fi che verrà ampliata e in cui la connessione è libera da condizionamenti e credenziali d’accesso, veloce e potente perché mette a disposizione la connettività della rete Man regionale.
In secondo luogo, l’assessora ha chiesto che si modifichi “il quadro normativo regionale che vede la presenza di una autority che vigila e sanziona le Amministrazioni locali che dovessero sostituirsi agli operatori privati nel garantire l’accesso a internet”, ricordando che le regole del mercato rischiano di penalizzare certe zone o aree della città, aumentando il digital divide.
Infine, secondo l’assessora a Bilancio e Smart City occorre chiedere al Governo che gli investimenti per lo sviluppo digitale siano esclusi dai vincoli del Patto di stabilità, perché sono investimenti in infrastrutture che costituiscono il presupposto per lo sviluppo economico e sociale”.
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