08/05/2015

VARIANTE URBANISTICA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Nella discussione affrontati il concetto di saldo zero e il tema della trasparenza

Il Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 7 maggio, ha approvato in via definitiva la Variante emendata al Piano operativo comunale (Poc) e al Regolamento urbanistico edilizio (Rue), con il voto a favore di Pd e Sel, contrario di M5s, FI e Ncd, e con l’astensione di Per me Modena e CambiaModena. La variante è stata presentata dall’assessora all’Urbanistica del Comune di Modena Anna Maria Vandelli.

Aprendo il dibattito per il Movimento 5 stelle, Marco Bortolotti si è concentrato sul tema della trasparenza: “In un volume di pratiche di oltre ottocento pagine – ha detto il capogruppo del M5s – di sicuro qualcosa ai cittadini sfugge. Mettere insieme 88 varianti in un unico accordo è una cosa da evitare se si vuole essere trasparenti. Non è possibile in questa situazione discutere di ogni singola variante e invece ci sono casi, come in via Morane, dove sostanzialmente si prevede la costruzione di nuove sale operatorie per una struttura privata, che meriterebbero una riflessione approfondita”. Luca Fantoni si è invece soffermato sul concetto di saldo zero che “per un cittadino normale significa che se oggi un prato è vuoto, rimarrà vuoto perché non ci si può costruire. Per l’Amministrazione invece significa attenersi a quanto già previsto dal Psc e cioè che si può comunque costruire nelle aree già urbanizzate o urbanizzabili. Ma ai cittadini avete raccontato una cosa diversa da quella che state facendo”. E Mario Bussetti, annunciando il voto contrario alla variante, ha sottolineato che “la trasparenza può essere considerata un qualcosa in più che si offre ai cittadini o un peso: si può essere trasparenti nella forma ma non nella sostanza, mentre bisogna arrivare a una trasparenza reale e oggi gli strumenti per consentire al cittadino di sapere con rapidità e semplicità quello che c’è da sapere ci sono”.

In dichiarazione di voto, Marco Cugusi di Sel ha osservato che “in un pacchetto così grande non è facile districarsi e capire se tutto è buono oppure no. Ci vorrebbe più attenzione a una migliore fruibilità. Nella discussione è emersa confusione tra saldo zero e consumo zero di suolo, ed è quest’ultimo che auspichiamo. La Giunta si deve prendere l’impegno di portare in aula un percorso puntuale per il prossimo Psc, affrontando il tema del consumo zero di suolo”.

Domenico Campana di Per me Modena, ha condiviso l’idea di accompagnare l’evoluzione della città e la necessità di non appiattirsi sulle rigidità del Psc, ma si è detto “più cauto sulle modalità adottate anche perché il concetto di saldo zero contiene alcune ambiguità: ci si tiene liberi, in caso di necessità, di operare forzature in certe aree compensandole con altre. Il concetto di consumo zero è invece più sicuro ed è il nostro obiettivo”.

Anche per Antonio Montanini (CambiaModena) il significato di saldo zero “non emerge con certezza e chiarezza e sembra abbastanza interpretabile. È giusto non imbrigliare la città ma le deroghe devono essere molto specifiche. Veniamo da una stagione dove si è costruito in modo spropositato – ha aggiunto il consigliere – e in questo Consiglio non si è dibattuto a sufficienza sul modello di città che vogliamo”.

Secondo il capogruppo Pd Paolo Trande il concetto di saldo zero contiene l’idea “che bisogna risparmiare terreno, densificare, rigenerare e recuperare la città. Questo è il nostro indirizzo. Questa delibera è stata costruita dalla giunta precedente ed è figlia di una impostazione che discendeva dal vecchio Psc. Ora dobbiamo fare uno scatto in avanti e ragionare sul nuovo Psc perché è lì che andremo a precisare le definizioni”.

Nella replica l’assessora Vandelli ha osservato che “una città inevitabilmente cambia. Noi dobbiamo distinguere tra quello che vediamo e quello che lo strumento urbanistico prevede: il saldo zero si intende rispetto allo strumento urbanistico. Con il nuovo Psc potremo cambiare le cose ma ora non posso che partire dallo strumento urbanistico perché se no dovrei incidere negativamente su diritti acquisiti dai cittadini”. Sul tema della trasparenza, l’assessora ha sostenuto che “non va conclusa con la comunicazione e su questa possiamo fare di più”.

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