Artista versatile, sperimentatore di tecniche, Graziosi fu attivo come scultore, pittore, grafico e fotografo. Nonostante la permanenza a Firenze e a Milano, l'artista non perderà mai i contatti con Modena, partecipando attivamente alle vicende culturali come dimostrano le numerose opere di carattere monumentale in città.
Nato a Savignano sul Panaro nel 1879, Graziosi compie un prolifico itinerario di studi che da Modena, dove frequenta il Regio Istituto di Belle Arti (nello stabile dell’odierno Venturi), lo porterà a Firenze, Roma e Parigi.
Le opere degli esordi rivelano l'interesse per le tematiche del realismo sociale e per le scene di genere di ambientazione rurale. Gli anni successivi registrano un interesse crescente per l'arte di Rodin e di Millet, al quale subentrerà il richiamo della tradizione figurativa italiana che privilegia i modelli rinascimentali come evidenziano i numerosi nudi femminili. La produzione dell'artista documenta un interesse costante per le tematiche legate alla vita nei campi e quindi al mondo contadino dal quale proveniva.
Parallelamente all'attività artistica, Graziosi intraprende una brillante carriera accademica in qualità di docente di scultura a Milano, Firenze e Napoli. A partire dal 1903 e fino al 1942, Graziosi partecipa regolarmente alle esposizioni internazionali di Venezia.
Il consenso raggiunto dall'artista tra gli anni Venti e Trenta gli valse importanti commissioni pubbliche di carattere monumentale, in Italia e all'estero quali la “Fontana dell'Unione delle Razze” a Lima.
Graziosi muore a Firenze nel 1942 e viene commemorato nel castello di Maranello, dove nel 1936 l'artista aveva trasferito lo studio e le sue opere, in seguito donate dagli eredi al Museo civico d'arte di Modena e ora allestite nella Gipsoteca a lui intitolata.
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