Predisporre una riduzione della Tari del 30% nel prossimo Bilancio di previsione per tutti gli esercizi commerciali che rinunciano ad avere slot-machines o altre forme di gioco d'azzardo, farsi promotore a livello provinciale di un Osservatorio permanente contro le mafie e la corruzione dotato di personale e risorse finanziarie, rafforzare l’ufficio “Politiche per la legalità e le sicurezze” con adeguato numero di persone. E ancora, costituire entro 12 mesi la Rete Provinciale per l'Integrità e la Trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni modenesi coinvolgendo, cooperando con e valorizzando, nelle forme più adeguate, tutte le realtà istituzionali, economiche, sociali e professionali già attive sui temi della promozione della legalità e del contrasto alla corruzione e alle mafie; e rendere progressivamente tale rete un soggetto radicato territorialmente con il compito principale di farsi carico dei dati e delle segnalazioni già esistenti sui temi della legalità, nei limiti della normativa vigente.
È quanto richiesto dal Consiglio comunale di Modena al Comune con l’approvazione all’unanimità, nella seduta di giovedì 7 maggio, di due ordini del giorno, uno di Sel presentato da Marco Cugusi e uno del Pd illustrato da Paolo Trande, emendati rispettivamente dallo stesso Cugusi e da Mario Bussetti del M5s.
Il documento di Sel, dal titolo “Rafforzamento delle politiche contro le mafie e la corruzione”, impegna anche l’Aula a discutere ed eventualmente deliberare, con apposito ordine del giorno, l’adesione alla Carta di “Avviso pubblico”. La mozione richiama “il grave livello di radicamento pervasivo che ha raggiunto l'infiltrazione delle organizzazioni criminali nel nostro territorio” e “il collegamento tra lotta alle mafie e alla corruzione con particolare rilevanza per quanto riguarda il gioco d'azzardo e l'attività di ricostruzione post-sisma”. L’ordine del giorno ricorda inoltre il processo Black Monkey in corso, in cui sono coinvolti come parte lesa il giovane giornalista modenese Giovanni Tizian e come imputato il boss 'ndranghetista Nicola Femia, e che vede il Comune di Modena costituitosi parte civile, oltre all'avvio “dell'inchiesta che ha coinvolto il Policlinico di Modena, con riferimento ad appalti pilotati e a fenomeni di grave corruzione, pur nell'assenza attuale di prove dimostrative di un coinvolgimento mafioso nella vicenda”. Infine il documento evidenzia l’impegno del Comune che ha adottato il piano anticorruzione e il programma triennale di trasparenza e integrità 2014-2016, ha sviluppato l'itinerario didattico “Semi di giustizia, fiori di legalità” in collaborazione con Libera Modena per l'anno scolastico 2014/2015, e coinvolto le associazioni presenti sul territorio nei processi di riqualificazione di aree della città”.
Il documento del Pd, dal titolo “Costituzione di una Rete Provinciale per l'Integrità e la Trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni modenesi”, ricorda l’incontro che si è svolto lo scorso 17 aprile con la Provincia, tutti i Comuni modenesi, le Aziende sanitarie e l’Università di Modena per valutare l’opportunità di creare la rete, sottolinea che “il Comune di Modena in questi anni ha costruito e sviluppato considerevoli competenze sui temi della trasparenza e della legalità” e che in città “esistono importanti realtà o iniziative, riconosciute anche a livello nazionale, come l'Osservatorio sugli Appalti o la carta Etica delle Professioni”, pur riconoscendo la carenza del “supporto operativo ad attività come la concentrazione delle stazioni appaltanti, il contrasto alle cooperative spurie, la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata e l'analisi sinottica degli appalti più rilevanti”. L’odg sottolinea inoltre che “garantire trasparenza e prevenire fenomeni corruttivi significa assicurare un uso più razionale delle risorse, più qualità dei servizi, maggiore benessere delle comunità, maggiore fiducia dei cittadini nelle pubbliche istituzioni” e che “deve essere un impegno prioritario delle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici lavorare per promuovere cultura e pratica della legalità, facendo leva sulle organizzazioni economiche e sociali della società civile, nonché mettendo in atto tutte le proprie competenze e gli strumenti amministrativi e di controllo per contrastare fenomeni di illegalità diffusa”. Tale impegno, si legge nella mozione, “può essere più efficace se le Pubbliche Amministrazioni e gli enti pubblici sono in grado di mettere in comune idee, strumenti di prevenzione e di valutazione, percorsi formativi, esempi di buone pratiche e lavorare affinché questo rinnovato impegno nel contrasto dell'illegalità e della corruzione non sia mero adempimento burocratico”.
Sul tema sono intervenuti i consiglieri Paolo Trande, Caterina Liotti e Grazia Baracchi del Pd, Domenico Campana di Per me Modena, Antonio Montanini di CambiaModena, Marco Cugusi di Sel, Mario Bussetti e Marco Bortolotti del M5s. Da più parti è stata evidenziata l’importanza che Modena continui a fare la propria parte, con impegno e consapevolezza, e di un’azione congiunta in questo senso di tutte le forze politiche.
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