L’approvazione della variante al Poc (Piano operativo comunale) per consentire la realizzazione del progetto di impianto idroelettrico sul fiume Panaro in località San Donnino della società Dgm srl (a favore tutti i gruppi consiliari eccetto Ncd, che si è astenuto) è stata preceduta dalla presentazione di un ordine del giorno collegato (approvato con il voto favorevole di Pd, M5s, Per me Modena, Sel, CambiaModena e con l’astensione di FI e Ncd) e dall’intervento di alcuni consiglieri.
Per il Pd Fabio Poggi ha illustrato la mozione, evidenziando “il percorso positivo fatto: l’intervento sarà anche l’occasione per riqualificare la zona e il tratto ciclabile, in alcuni punti deteriorato”, ha affermato. “I cittadini della zona interessata mi hanno chiesto di dar voce alle loro richieste di attenzione, sulla viabilità e sul pozzo adiacente; per questo presentiamo un documento che chiede l’impegno a tenerli informati”.
Luca Fantoni del M5s ha evidenziato “le tante difficoltà nel portare avanti azioni di questo tipo: chiediamo quindi ai parlamentari – ha detto – di attivarsi per semplificare le procedure per interventi di tale interesse pubblico, senza far venire meno i controlli”, richiesta inserita nell’ordine del giorno inizialmente presentato solo dai consiglieri Poggi e Trande. Fantoni ha poi sottolineato come rientrino nell’indole del M5s “progetti che diminuiscano l’impatto da combustibili fossili. Una operazione di questo tipo – ha aggiunto – porta a un miglioramento dell’utilizzo energetico nella nostra provincia”.
Andrea Galli di FI ha annunciato il voto favorevole del gruppo alla delibera, “perché l’uso di energie alternative è sempre da condividere”, mentre si è espresso criticamente rispetto all’ordine del giorno “perché l’iter dell’intervento è iniziato quattro anni fa e si è già aspettato troppo: non si possono aggiungere altre complicazioni – ha aggiunto – e il tempo del coinvolgimento dei cittadini c’è già stato”.
Il capogruppo del Pd Paolo Trande ha precisato che “con la richiesta non verranno allungati i tempi in nessun modo; la mozione chiede semplicemente di informare i cittadini perché il cantiere provocherà una serie di disagi. La sollecitazione ai parlamentari di semplificare le procedure, inserita nella mozione, indica la nostra posizione in merito”, ha proseguito. “Non c’è alcuna volontà di penalizzare e complicare le cose che sono giunte finalmente all’approdo finale”.
Anche Antonio Montanini di Per me Modena ha ricordato che il soggetto privato ha fatto domanda quattro anni fa: “Stiamo parlando di una centralina piccolissima – ha affermato – che però comporta una spesa tra i 100 e i 150 mila euro per le pratiche di autorizzazione. Sull’inefficienza del sistema si crea, di fatto, un business, un mercato parallelo delle autorizzazioni. Si vuole migliorare la città in termini di sostenibilità ambientale – ha concluso – ma quando si devono portare avanti azioni per consentirlo di creano meccanismi difficoltosi”.
Azioni sul documento