Sollecita il Parlamento ad approvare una legge sul cosiddetto “dopo di noi”, cioè sulle forme di assistenza per persone disabili in assenza di una rete familiare di riferimento, l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di lunedì 9 marzo. Il documento, illustrato da Giulia Morini (Pd) invita anche la Giunta “a individuare, in attesa di una norma nazionale, protocolli operativi e linee guida che chiariscano le soluzioni per il ‘dopo di noi’ e a garantire le risorse necessarie alla loro implementazione, oltre ad approfondire quali strumenti di diritto privato possono già adesso essere utilizzati dalle famiglie”.
“Si tratta di un tema decisivo per le politiche sociali del futuro” ha affermato la consigliera Morini: “Grazie alle maggiori cure e a percorsi di vita integrati, l’aspettativa di vita delle persone disabili è aumentata, ma le famiglie sono sole davanti alla disabilità. Occorre una legge che si prenda cura di questo problema”.
Come evidenziato nel documento, a Modena è attiva la Fondazione Vita indipendente (composta dalle associazioni Aut Aut, Aisla, Uildm, Insieme a noi, Anfass e anche dal Comune) che si prefigge di rendere possibile un’alternativa alla vita in famiglia alle persone con diversa abilità, senza necessariamente ricoverarle in strutture. La proposta principale della Fondazione è realizzare soluzioni abitative dotate di tutti gli strumenti e gli ausili necessari all’autonomia della singola persona disabile, con le sue peculiarità e le sue esigenze, valorizzando ogni capacità residua degli utenti nella gestione della vita quotidiana. La Fondazione sta avviando la prima sperimentazione del progetto in un appartamento modenese e questo sarà il tema al centro dell’audizione nella riunione congiunta delle commissioni comunali Servizi e Risorse in programma mercoledì 11 marzo.
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