“C’è bisogno del coraggio della verità e del risveglio delle nostre coscienze. Perché la democrazia si fonda su giustizia e dignità umana, ma non sta in piedi senza un terzo elemento che è la responsabilità. La prima riforma da fare, un’auto-riforma, è quella delle coscienze”.
Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera Associazioni nomi e numeri contro tutte le mafie, nel corso della seduta del Consiglio comunale di Modena di lunedì 2 marzo nella quale è stata conferita la cittadinanza onoraria al giudice Di Matteo.
“Per me è un momento di grande gioia ed emozione”, ha proseguito. “Quello che Modena fa oggi è un atto di democrazia e sono contento che consenta a Di Matteo di essere cittadino modenese, anche come segno per dire ai cittadini che non si può essere cittadini a intermittenza, a seconda delle circostanze. Non dobbiamo dimenticare – ha continuato – che c’è una mafiosità diffusa: le mafie non sono un mondo a parte ma una parte del nostro mondo. Vivono tra noi e oggi, con la crisi, più che mai sono forti, perché hanno tanto denaro e lo investono. In questi anni c’è chi ha fatto leggi che andavano nella direzione opposta alla legalità. Il problema non sono solo i poteri legali ma anche i poteri illegali che si muovono legalmente. Bisogna illuminare anche quelle zone apparentemente sane, perché la mafia è capace di arrivare dove c’è bellezza”.
Don Ciotti ha poi ricordato che “le prime esperienze dell’associazione Libera sono state fatte proprio a Modena. Qui, prima che altrove, abbiamo trovato disponibilità a sostenere le cooperative che lavorano i terreni sequestrati ai boss”.
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