10/03/2015

CONSIGLIO UNANIME SU ODG PER IL CONTRASTO AI FURTI DI BICI

Illustrato dalla consigliera Arletti (Pd), chiede azioni di prevenzione in collaborazione con le Forze dell’ordine e di valutare l’aumento dei depositi protetti

È stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Modena, nella seduta di lunedì 9 marzo, un ordine del giorno per promuovere azioni di contrasto ai furti di biciclette. Illustrato da Simona Arletti del Pd, il documento chiede alla Giunta di avviare, nel Tavolo con le associazioni della mobilità nuova, un’analisi del fenomeno per avere un quadro aggiornato della situazione in città, con l’obiettivo – ha detto la consigliera – di avviare azioni concrete per prevenire i furti di biciclette, in collaborazione con le Forze dell’ordine e le associazioni, incentivando le indagini e valutando anche la possibilità di aumentare il numero dei depositi, soprattutto nelle zone dove i furti sono più frequenti, come il centro storico e le scuole, dove i depositi sono molto apprezzati”.

Partendo dal presupposto che annualmente a Modena si stima vengano rubate circa cinquemila biciclette con un danno economico diretto di circa 500 mila euro, il documento sottolinea come i furti “rappresentino una delle massime preoccupazioni dei ciclisti e un forte deterrente all’uso continuativo di questo mezzo”.

Aprendo il dibattito, Antonio Montanini di CambiaModena ha osservato che il problema negli anni si è acutizzato e “l’unica strada per provare a risolverlo è targare o comunque trovare il modo di immatricolare le biciclette, eventualmente attraverso un albo che registri gli acquisti regolari. Perché funzioni però è necessario garantire il controllo”. “Tutti qui abbiamo subito più di un furto della bici, anche nel cortile di casa”, ha esordito Giuseppe Pellacani di Forza Italia, affermando che “in altri Comuni è stato fatto il tentativo di mettere in difficoltà i ricettatori dotando, in modo casuale e gratuito, alcune bici di microchip con un Gps che permette di rintracciarle”. Anche Luca Fantoni (M5s) ha suggerito una modalità di dissuasione utilizzata in altri paesi, quella delle bici-civetta: “La Polizia lascia bici appetibili in zone dove i furti sono numerosi per cogliere sul fatto i ladri. È un deterrente che sembra funzionare, anche se reso noto”. E Marco Bortolotti ha ribadito comunque la necessità di “aumentare il numero dei parcheggi custoditi anche in centro storico perché non ha senso uscire in bici e poi doverla lasciare lontano, per esempio al Novi park, per essere sicuri di ritrovarla”.

Luigia Santoro (Ncd) ha evidenziato “una situazione drammatica che resta impunita, al punto che tanti non fanno nemmeno denuncia, tanto è inutile. Spesso sono spente anche le telecamere di sorveglianza: il problema della sicurezza andrebbe considerato nel suo insieme”.

Secondo Adriana Querzè di Per me Modena “il punto sostanziale è riuscire a colpire il mercato dell’usato e la rendita che ne deriva. Il problema infatti è alimentato non solo da chi ruba ma soprattutto da chi rivende le bici sapendo con certezza che sono rubate. Si potrebbe efficacemente ragionare in positivo premiando i negozi che vendono bici tracciabili in modo da tagliare il sottobosco di chi fa operazioni diverse”. Per Marco Cugusi (Sel) “il problema non è da sottovalutare, si tratta di un attentato alla mobilità sostenibile perché si inibisce desiderio di usare questo mezzo di locomozione. Quindi, ben venga qualsiasi tipo di azione in grado di ridurre il fenomeno”. “Un’altra azione importante – ha aggiunto Simona Arletti (Pd) – è far comprendere ai cittadini, come già stanno facendo associazioni come la Fiab, che devono autodifendersi: sapere come legare la bici, quali lucchetti usare”.

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