10/03/2015

CONSIGLIO, SÌ A ODG PER APRIRE I CORTILI DELLE SCUOLE

Da usare come parchi pubblici per bimbi e genitori nei pomeriggi infrasettimanali. Hanno votato a favore Pd, Per me Modena, Sel, M5s, CambiaModena

Propone la sperimentazione del progetto “Cortili aperti”, per dare la possibilità a bambini e genitori di utilizzare le aree cortilive delle scuole come parchi pubblici nei pomeriggi infrasettimanali, l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Modena, nella seduta di lunedì 9 marzo, con il voto favorevole di Pd, Per me Modena, Sel, M5s, CambiaModena. Astenuti FI e Ncd.

L’ordine del giorno, illustrato dalla prima firmataria Adriana Querzè (Per me Modena), è stato sottoscritto anche dai capigruppo di Pd, M5s, Sel, CambiaModena e da diversi consiglieri.

La premessa da cui parte il documento è che nel territorio comunale di Modena ci sono 12 scuole statali dell’infanzia, 28 primarie e 10 secondarie di primo grado, ognuna delle quali ha a disposizione un cortile che dopo le 16.30, quando finisce l’orario delle scuole a tempo pieno, rimane sostanzialmente inutilizzato. Ritenendo che i cortili scolastici rappresentino un patrimonio pubblico sottoutilizzato, da restituire alla città, quando non serve alle scuole, i consiglieri, tramite l’ordine del giorno, chiedono alla Giunta di proporre la sperimentazione del progetto “Cortili aperti”. Il progetto prevede la possibilità di utilizzare i cortili scolastici come parchi pubblici, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30 alle 18.30, “per creare luoghi e tempi di scambio di informazioni, di socializzazione tra genitori, di crescita della comunità scolastica, di consolidamento dei rapporti di vicinato e di interazione positiva tra generazioni”. La sperimentazione, che si propone di far partire negli ultimi due mesi dell’anno scolastico in corso, dovrebbe cominciare dalle scuole collocate in aree poco dotate di spazi verdi o particolarmente complesse dal punto di vista della coesione sociale. Nel documento si chiede che i Quartieri di riferimento si attivino per costituire gruppi di genitori, nonni e cittadini con un ruolo nella manutenzione e nella vigilanza sul filone culturale della cosiddetta amministrazione condivisa per la cura dei beni comuni urbani attivata a Bologna.

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