“In prima battuta, il Comune non era stato nominato custode dei chioschi sequestrati da parte dell’autorità giudiziaria, quindi non aveva titolo per intervenire direttamente e non poteva impegnare alcuna spesa per effettuare gli interventi nel parco”.
Lo ha detto l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli rispondendo, nella seduta del Consiglio comunale di oggi, lunedì 2 marzo, alle interrogazioni dei consiglieri Luigia Santoro (Ncd) e Marco Bortolotti (M5s) sui chioschi al Parco delle Rimembranze. “Accertata l’omessa manutenzione delle aree da parte dei proprietari, nominati custodi – ha spiegato Vandelli – l’Amministrazione ha chiesto e ottenuto dalla Procura di essere nominata custode, quindi autorizzata e legittimata all’accesso e a impegnare personale e risorse. Attraverso la collaborazione di Hera, il Comune ha quindi provveduto a ripulire e a perimetrare le aree e ripeterà tali interventi fino a quando si renderà necessario e secondo le modalità disposte dall’autorità giudiziaria. Qualora venissero riscontrate problematiche nuove, provvederà a sottoporre nuove soluzioni al Tribunale per farle autorizzare”.
Nella sua interrogazione, la consigliera Santoro, in particolare, ha chiesto se “l’Amministrazione non intenda rinunciare al ricorso in Cassazione, e iniziare al più presto la demolizione delle colonne e delle gettate in cemento armato e attuare il riempimento degli scavi con la terra”, e “se non sia il caso di presentare con urgenza un nuovo progetto di riqualificazione del Parco delle Rimembranze, che tenga conto dei vincoli di edificazione e del rispetto dei beni culturali secondo le norme vigenti, per poter realizzare i chioschi regolari entro la prossima estate”. Il consigliere Bortolotti ha invece domandato “quanto si è speso per sostenere una linea di condotta che dagli ultimi esiti giudiziari non vede un termine a breve né soprattutto una risoluzione efficace; come l’Amministrazione pensa di tutelare e mettere in sicurezza la zona sequestrata, che continua a essere un bene pubblico anche se temporaneamente non fruibile dalla cittadinanza; come pensa di risolvere la situazione del Parco delle Rimembranze e riportare in tempi rapidi una situazione dignitosa e vivibile per la cittadinanza modenese”.
L’assessora Vandelli ha sottolineato che “il Comune, in quanto custode, si deve attenere alle disposizioni dell’autorità giudiziaria, la quale non ha disposto la demolizione delle opere ma il ripristino della sicurezza e il mantenimento della pulizia dell’area. Non è quindi possibile in questa fase demolire colonne e gettate di cemento.
Per l’assessora, inoltre, “è difficile procedere a un nuovo progetto fino a quando non ci saranno atti definitivi da parte della Procura, ma è necessario fare in fretta. Resta aperta – ha aggiunto – la nostra disponibilità a procedere a modifiche che non mettano il Comune a rischio di risarcimento danni e a ulteriori querelle giudiziarie”. Rispetto ai costi della difesa in giudizio, l’assessora ha infine precisato che il Comune non ha ancora ricevuto alcuna parcella da parte dell’avvocato cui ha affidato l’incarico.
Nella replica la consigliera Santoro si è detta insoddisfatta: “Il diritto di difesa va certamente riconosciuto, ma il ricorso in cassazione serve a trovare un giudice compiacente che avvalli questa scelta per evitare un risarcimento? Mi sembra che i gestori abbiano avuto abbastanza danni e continuando con il ricorso si dovrà aspettare un giudizio per poter demolire. Se si fosse accettata la sentenza di illecito, senza fare ricorso, si sarebbe potuto demolire subito”.
Per il consigliere Bortolotti “il sequestro dei chioschi è frutto di scelte fatte dal Comune, quindi era doveroso che provvedesse al mantenimento di pulizia e sicurezza per evitare il degrado nella zona. Siamo convinti – ha aggiunto – che l’Amministrazione abbia preso l’impegno con responsabilità e riteniamo giusto rispettare le disposizioni degli organi giudiziari”. Il consigliere ha poi espresso l’interesse a conoscere complessivamente “quanto il Comune sia impegnato per risolvere questa situazione in termini economici, non solo per ciò che riguarda le spese di avvocato”.
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