Aprendo per il Pd il dibattito sul Bilancio 2015-2017 il capogruppo Paolo Trande ha affermato che, pur muovendosi in una “cornice depressiva la manovra della Giunta modenese non lo è. Sono stati programmati gli investimenti di cui la città ha bisogno, prevedendo un welfare mix allargato e non pauperista con nidi, asili, case di riposo, biblioteche. Le minoranze – ha aggiunto il consigliere – non sono state in grado di presentare un’alternativa valida restando ben al di sotto degli oltre 14 milioni mancanti. È la prova che confrontarsi con i numeri per trovare il pareggio è complicato”. Secondo Marco Forghieri a Modena “la spending review la facciamo da tempo e abbiamo poco da imparare dagli altri. Sul piano degli investimenti si possono indicare delle priorità tra le quali privilegiare l’efficientamento energetico”. Per Carmelo De Lillo le delibere che abbiamo davanti sono “pensate, sofferte e condivise per far convivere in un unico atto le diverse esigenze ma sono documenti elastici, e quindi perfettibili, in particolare sulla gradualità dell’imposizione fiscale e sulle priorità degli investimenti. Sarebbe interessante prevedere forme di premialità sulle tasse, con detrazioni per i cittadini che si impegnano sul territorio”.
Simona Arletti ha condiviso in particolare la scelta di non arretrare sui servizi “sociali, istruzione, sport e cultura, perché i soldi di tutti vanno usati al meglio per sostenere chi ha bisogno in una certa fase della sua vita. Senza contare che problemi di istruzione, di lavoro, sociali e di salute pesano molto di più sui bilanci”. Susanna Pacchioni si è concentrata sul tema delle politiche abitative, “centrali per le amministrazioni modenesi fin dal 1964. Oggi la crisi apre spazi a ulteriori sperimentazione come social housing, co housing, housing first per contrasto a marginalità grave, nella convinzione che la casa è un diritto ed è compito della politica creare le condizioni perché possa essere esercitato”.
Per Fabio Poggi “siamo rimasti nel già e non ancora del Dup. Non abbiamo evidenziato fino in fondo i progetti di razionalizzazione, non si è potuti entrare nel dettaglio dei tagli. Nei tanti incontri fatti non è emersa alcuna proposta ricevibile? Perché non è stato chiesto contributo ai Consigli di quartiere? Non sappiamo se gli euro recuperati dall’evasione saranno usati per abbattere le tasse e le entrate per gli investimenti sono incerte. Sostengo con senso di responsabilità un bilancio tecnicamente corretto ma chiedo che ci mettiamo tutti al lavoro perché nel prossimo Dup si arrivi al non ancora”.
Antonio Carpentieri ha sottolineato l’importanza di assegnare risorse ai Quartieri “che esistono da sempre per collegare l’amministrazione con il territorio e possono fare la differenza in un quadro di responsabilità, perché abbiamo deciso noi chi doveva aiutarci nella gestione della città”. Per Tommaso Fasano la decisione di intervenire sui patrimoni invece che sui redditi è elemento di equità, inoltre “l’eliminazione della Tasi per gli alloggi affidati all’Agenzia casa evita che l’aumento della tassazione incida sulla popolazione più debole economicamente”. E Diego Lenzini ha affermato che il bilancio “è equilibrato nei numeri e nelle politiche; Prudente nella spesa corrente ma ambizioso sugli investimenti, come è giusto quando si parla di futuro”. Secondo Francesco Rocco “la manovra si muove nel solco della continuità per razionalizzazione della spesa, efficientamento e servizi, ma prova a dare un colpo d’ala per la crescita. L’aumento mirato del prelievo fiscale non avrà effetto depressivo perché incrementerà una spesa efficiente. È un bilancio coraggioso, generoso e ambizioso”.
Per Federica Di Padova “il bilancio atto profondamente politico: votiamo l’idea che abbiamo della nostra città che, dobbiamo ricordare si pone in un contesto preciso, nazionale e internazionale: difficile, ma se il Governo ha imposto i tagli è perché servono e non si poteva fare diversamente. Non so se la manovra è perfetta, forse avremmo potuto fare di più, ma a criticare siamo bravi tutti e invece le cose sono più complesse”. Marco Malferrari ha apprezzato il coinvolgimento, nelle assemblee che hanno preceduto il bilancio, di cittadini e soggetti economici e associativi. Penso che bilancio abbia cercato di distribuire il più equamente possibile le risorse disponibili per far sì che tutti i settori, sia economici che i servizi, siano seguiti e sviluppati”. Andrea Bortolamasi ha definito la manovra “progressiva e contenuta; responsabile verso i cittadini, perché è attraverso questo percorso che si possono garantire i servizi e questo è per noi il bene comune. La crescita per noi può avvenire solo se c’è coesione sociale e questa manovra la mantiene”. E Grazia Baracchi, in dichiarazione di voto, ha osservato che se fossero stati approvati tutti gli emendamenti non si sarebbe rispettato l’equilibrio di bilancio.
Marco Cugusi di Sel si è detto convinto di una manovra nonostante ci costringa a chiedere soldi ai cittadini. Ci sono responsabilità precise dei governi, diversi nel segno politico ma concordi nel tagliare i trasferimenti agli enti locali per ridurre le tasse nazionali: questo ha imposto scelte difficili ai nostri tecnici per cercare di limitare danni ai cittadini. L’amministrazione locale rischia di diventare impopolare per responsabilità altrui e non è giusto. Condivido la scelta del Comune di prendere risorse soprattutto dai patrimoni: è giusto che chi più ha più paghi, il costo dei servizi pubblici e sociali va sostenuto da tutti e da ciascuno secondo le sue possibilità con l’obiettivo di far crescere in maniera armoniosa la città. Così come la cifra destinata agli investimenti è un tentativo, speriamo di successo, di far ripartire l’economia locale, con forte sostegno pubblico”.
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