06/03/2015

BILANCIO / 5 – MINORANZE CONTRARIE ALLA MANOVRA

Gli interventi dei consiglieri di opposizione in Consiglio prima dell’approvazione

L’approvazione del Bilancio preventivo armonizzato 2015-2017 in Consiglio comunale a Modena è stata preceduta da un nutrito dibattito, in cui la minoranza ha espresso contrarietà alla manovra.

Per Mario Bussetti del Movimento 5 stelle, “questo bilancio non dimostra minimamente la voglia di cambiare la situazione in città. Non si possono legare in maniera così stretta – ha aggiunto – tasse e investimenti, perché le tasse hanno una ricaduta sicura, netta e istantanea, mentre gli investimenti molto più aleatoria, in termini di qualità e tempistiche”. Il consigliere ha evidenziato poi che “la quota su cui il Consiglio può incidere corrisponde a due milioni e mezzo su 233, la sfida dei numeri quindi è un bluff”. Della stessa idea Marco Rabboni, che ha parlato di “manovra depressiva”, per l’aumento delle tasse. “Proprio perché la matematica non è un’opinione, in che modo possiamo proporre una manovra alternativa per recuperare i 9 milioni di euro che l’Amministrazione prevede di riscuotere in tasse – ha chiesto – se è possibile incidere solamente su due milioni e mezzo, pari a circa l’1 per cento della spesa corrente?”. Anche Luca Fantoni ha evidenziato la difficoltà di intervenire e ha aggiunto che “in questo Consiglio scelte drastiche non verranno mai fatte”. Il consigliere ha poi puntato il dito sull’investimento di 650 mila euro per il rifacimento del manto erboso dello Stadio Braglia: “È una scelta scellerata in cui il Comune paga per altri. È vero che si sta investendo con una struttura pubblica, ma si va oltre la convenzione che esiste con il Modena Calcio che prevede che venga fatto dalla società e va rispettata”. Concetto su cui è tornato anche il capogruppo Marco Bortolotti, secondo il quale “valorizzare un impianto non significa fare cose che spettano ad altri e che non sono state fatte”. Il consigliere ha poi invitato il Pd “a decidere da che parte stare: il consigliere Trande non può lamentarsi dei tagli e la consigliera Di Padova sostenerli. Se vi piacciono i tagli – ha aggiunto – poi non vi dovete lamentare”.

La capogruppo di Per me Modena Adriana Querzè ha evidenziato che “la matematica non è un’opinione, ma la politica non è matematica e non credo che nelle situazioni ci sia solo una soluzione. Ce ne sono tante – ha aggiunto – che la Giunta non è riuscita o non ha voluto praticare perché ha fatto scelte diverse. Si dice che il bilancio è costruito strutturalmente sulla base degli effetti della Legge di stabilità, ma nei mesi in cui la Legge andava definendosi la nostra maggioranza non ha protestato con Roma affinché la legge cambiasse”. Per Domenico Campana “la pratica di austerità di adesso è sottrazione di futuro alle giovani generazioni, che non possono progettare. Non si esce dalla crisi con l’attenuazione di diritti sociali e sul lavoro – ha aggiunto – il mercato va controllato perché sia umano, altrimenti produce disuguaglianza e la solidarietà contenuta nella nostra Costituzione è il più potente correttore della disuguaglianza contenuta nei mercati”.

Secondo Andrea Galli, capogruppo di Fi “viene negato dalla maggioranza un aspetto fondamentale: dalle tasche dei modenesi non vengono tolti solo 9 milioni, perché questi vanno sommati a quelli già prelevati in passato e nell’arco di due anni si è registrato un aumento di oltre 32 milioni di euro. Continuando su questa strada si andrà a sbattere. L’Amministrazione deve ripensare se stessa e tutti gli enti collegati, e non deve aspettare sempre all’ultimo per accogliere qualche nostra idea, come ad esempio la riscossione interna della Tari”. Per Adolfo Morandi “non c’è il coraggio di dare discontinuità, non c’è cambiamento e il bilancio di quest’anno è la fotocopia di quello dell’anno scorso. Non c’è mai svolta in questa città e la tassazione nell’arco del tempo è aumentata in modo spropositato. Modena ha costruito tanto grazie al lavoro e all’innovazione dei cittadini, non di sicuro grazie al comune perché la città non si rilancia con una manovra recessiva”. Giuseppe Pellacani è intervenuto sul tema dell’Imu su attività estrattive: “Bisogna eliminare la discriminazione di trattamento su attività produttive che pagano un’imposizione salata e in aumento anche quando l’immobile non è produttivo. E tale discriminazione si può superare con una miglior considerazione delle attività impattanti e redditizie”. In termini di spending review, per il consigliere “si è fatto poco, basta leggere le indicazioni che arrivano anche dall’Anci che impongono una serie di tagli e riduzioni che non mi sembra siano stati fatti”.

Per il Ncd, Luigia Santoro ha detto di non concordare con l’impianto generale e le scelte di bilancio: “La scelta della Giunta è semplicistica, incongrua e penalizzante per i cittadini per l’aumento delle tasse, e si rilevano ritardi, cecità e attese che peseranno sui modenesi, in particolare quelli più abituati a rispettare le norme. Qualche taglio è stato fatto ma si poteva fare di meglio: non si può chiedere 9 milioni di tasse a fronte di 5 milioni di tagli”.

Secondo Antonio Montanini di CambiaModena “questa manovra non è innovativa, non guarda al futuro e allo sviluppo, ma tira a campare sperando nella ripresa. Si dice che l’incidenza sulle famiglie è minima, ma a forza di un caffè al giorno si stanno svuotando caffettiere quotidiane. C’è un limite al livello di pressione fiscale o continuerà sempre a crescere?”, ha domandato. “Pensavo che ci fossimo già arrivati”.

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