10/02/2015

EXPO / 2 – MOLTI GLI INTERVENTI IN CONSIGLIO COMUNALE

Nel dibattito sviluppati i temi della promozione della città, della riflessione su cibo e spreco alimentare, della salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura

Il dibattito sull’offerta di Modena per l’Expo e sugli ordini del giorno collegati è stato aperto dal Pd con Marco Malferrari per il quale “l’Expo è un’occasione unica per Modena in questo momento di crisi. É la possibilità di rilanciare la nostra immagine valorizzando non solo i prodotti ma anche i produttori e lo stile che ci caratterizza. L’Expo è anche l’occasione per recuperare spazi oggi non utilizzati e mobilitare tutte le energie presenti in città per aumentare l’offerta per chi verrà”. Caterina Liotti ha affermato che “Expo deve essere anche l’occasione per tutti i modenesi per riflettere sul tema del cibo e del nutrimento senza dimenticare che da sempre le donne sono le principali nutrici della società e tuttavia fanno fatica ad avere riconosciuto il loro ruolo. È necessario che anche questo aspetto trovi adeguata rappresentazione nelle offerte culturali della città”. E Fabio Poggi ha aggiunto che “il diritto al cibo è la sfida lanciata da Expo. É iniziato il percorso per arrivare alla Carta di Milano alla quale cittadini e città potranno dare il loro contributo e combattere lo spreco alimentare è una battaglia che anche la nostra città può raccogliere: si potrebbe integrare il calendario con iniziative a tema. Sarebbe importante che Modena aderisse al Forum dei popoli promosso per giugno e, ancora, sarebbe utile mettere il tema dell’agricoltura e dell’alimentazione al centro dei nostri lavori come Consiglio comunale”. Per Chiara Susanna Pacchioni “i principi della Carta di Milano troveranno attuazione in territori fertili come il nostro. Expo è un tempo per ripensare anche qui da noi a un miglior equilibrio tra uomo e ambiente che passa anche attraverso il sostegno all’agricoltura, da incentivare perché a Modena mantiene una prospettiva di lavoro e di futuro”.

Nel suo intervento per il M5s Marco Bortolotti ha osservato che “cibo e cucina sono da paragonare a un linguaggio con suoi vocaboli, regole grammaticali, sintassi, retorica. La cucina esprime la cultura di chi la pratica, è depositaria di tradizioni e identifica una comunità. È anche la maniera più antica di relazionarsi con l’altro. Noi avremmo dato più rilievo a questi aspetti come alla salvaguardia dell’ambiente, alla qualità del cibo, ai modi di coltivare alternativi del nostro territorio e a ciò che non fa bene alla terra. Qualità dei terreni infatti significa qualità del cibo e quindi vita sana. Avremmo voluto anche che la stazione agraria sperimentale diventasse parte del progetto di Expo a Modena, così come la figura del suo primo direttore Alfonso Draghetti, e potesse poi diventare sede permanente del Palatipico”. Il consigliere ha poi contestato ritardi nella comunicazione, “che avrebbe dovuto partire già dal 2013 per essere efficace”, nell’adeguamento dei punti di accesso alla città e nel sito promozionale integrato. Elisabetta Scardozzi ha proposto di “creare un comitato scientifico di esperti in storia dell’alimentazione per promuovere i temi dell’Expo. È stato trascurato il background culturale di una tradizione e di una cultura del cibo come quelle modenesi che invece devono essere messe in primissimo piano perché il loro potere attrattivo è molto alto”. Secondo Luca Fantoni “a Modena ci sono realtà molto preparate sulla vendita del pacchetto Modena ma abbiamo dei dubbi sul pacchetto Modena-Expo. Non sappiamo se gli albergatori e coloro che lavorano quotidianamente in questo settore sono stati coinvolti e se hanno in mano un prodotto da spendere”.

Antonio Montanini, CambiaModena, ha affermato che per città come Modena il tema alimentare “è un’occasione unica che dovrà stimolare un ragionamento sul rapporto tra tradizione e innovazione, e sui processi di cambiamento nelle modalità di alimentarsi. Dovremo cercare di investire sulla qualità dei cibi, creando prodotti coerenti con i nuovi bisogni, e sulla tracciabilità delle materie prime che li compongono”. Un altro tema importante per il consigliere è “non perdere l’insegnamento al gusto perché il gusto appartiene alla cultura. Sarebbe importante che l’amministrazione incentivasse, a partire dalle scuole, momenti per affinare il gusto almeno dei prodotti della tradizione”.

Adriana Querzè di Per me Modena ha giudicato “significativo” lo sforzo compiuto sul progetto per l’Expo, “prima di tutto perché si è colta l’occasione per riqualificare la città. Ma molte cose mancano o sono ancora da sviluppare, soprattutto sul piano dei contenuti. Modena non è ancora visibile sul sito di Expo, anche qui da noi sono state fatte iniziative di informazione agli imprenditori in vista dell’esposizione di cui non è stata data alcuna notizia. Credo inoltre che sia opportuno tenere informato il consiglio comunale che potrà così dare le sue sollecitazioni e arricchire il progetto Modena dove tutto diventa arte sia per il semestre di Expo che per dopo”.

Per Luigia Santoro di Ncd, il progetto modenese per l’Expo “ha perso l’occasione di portare in centro storico i turisti. Portarli solo fino alla Palazzina dei giardini è inutile e non promuove la città, perché i ristoranti, i negozi, il mercato coperto sono in centro. Si sarebbe potuto pensare a una seconda locazione in piazza XX Settembre e magari dare incentivi ai proprietari per rendere più bella una città disastrata con buche nelle strade, marciapiedi dissestati e facciate dei palazzi in abbandono”.

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