12/12/2015

MODENA SMART CITY / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Tra i temi lo sviluppo degli open data, accessibili a tutti; il recupero del ritardo culturale nell’uso delle tecnologie; l’accompagnamento dei cittadini alla digitalizzazione

Il dibattito sullo stato di avanzamento del Piano Modena Smart city è stato aperto da Marco Bortolotti (M5s) che ha commentato come “in un percorso verso la città digitale come questo, è facile dare valutazione positive quando gli obiettivi non sono ben definiti”. Il consigliere si è soffermato in particolare sul sistema degli open dat” che “per essere utili devono essere affrontati in modo integrale, accessibili a tutti, secondo regole ben definite e aggiornati in modo continuo. Per fare questo deve cambiare il paradigma del rapporto pubblico-privato che deve essere più aperto in modo che ciascuno possa usufruire liberamente dei dati a disposizione. Purtroppo il Comune di Modena è ancora lontano dall’applicare questa modalità”. Secondo Mario Bussetti il piano presenta molti aspetti positivi “come il catasto del sottosuolo e la diffusione delle credenziali digitali. Ci sono però anche dubbi come sul wi fi nelle scuole primarie, data center, car sharing elettrico, pagamenti e pratiche on line su cui siamo un po’ indietro. Secondo noi il piano dovrebbe utilizzare sistemi di misurazione più precisi dei semafori verdi e gialli che non consentono di valutare lo stato di avanzamento reale dei progetti”.

“Se vogliamo rendere la città smart dobbiamo cominciare dalla formazione culturale interna all’amministrazione” ha affermato Antonio Montanini di CambiaModena per il quale spesso si spendono molti soldi in tecnologie che poi non si è in grado di utilizzare: “Dobbiamo recuperare ritardi culturali e per questo è importante che l’Amministrazione accompagni con la formazione il processo di digitalizzazione. Inoltre – ha aggiunto il consigliere – è necessario definire a priori i benefici che ci aspettiamo dai processi di innovazione e dalle relative spese. Dobbiamo sapere che investiremo cento per ottenere centoventi in termini di risultati e dobbiamo essere in grado di misurare questi risultati”.

Per il Pd, Fabio Poggi ha dichiarato che “è necessaria una radicale e profonda azione di consapevolezza sulle potenzialità e le sfide che le tecnologie rendono possibili. Una città smart non fa solo infrastrutture ma si candida a governare sviluppo di nuove economie per esempio offrendo semplificazione e servizi innovativi”. Poggi ha poi sottolineato l’importanza di “accompagnare la cittadinanza, singoli e imprese, a diventare cittadini digitali, per un fatto di pari opportunità ma anche per la complessità che questo percorso comporta. Credo sia nostra responsabilità di governo accompagnare i nostri cittadini partendo dalla consapevolezza che non bisogna confondere il fatto di essere informatici con il fatto di essere utenti responsabili e consapevoli”.

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