Un’integrazione del Regolamento del Consiglio comunale di Modena, conseguente alle innovazioni della disciplina del lavoro introdotte con il “Jobs act”, inserisce tra le spese ammissibili dei Gruppi consiliari anche quelle per le prestazioni di lavoro di collaboratori esterni. A partire dall’anno in corso i gruppi potranno quindi usufruire di prestazioni professionali da parte di titolari di partita Iva; di collaborazioni occasionali, di durata non superiore a un anno e per un compenso massimo di 5mila euro lordi; di prestazioni di lavoro accessorie retribuite con i buoni lavoro (i voucher) sempre di durata non superiore a un anno e per un compenso massimo di 7mila euro netti. È questo il contenuto della delibera che integra la “Disciplina dell’utilizzo delle risorse finanziarie da parte dei Gruppi consiliari”, condivisa dai capigruppo, illustrata dall’assessora al Bilancio Ludovica Carla Ferrari e approvata all’unanimità dal Consiglio comunale giovedì 3 dicembre.
La delibera, che non prevede alcun aumento dei fondi già assegnati ai gruppi consiliari per il loro funzionamento, parte dal presupposto che il decreto legislativo 81 del 2015, il Jobs act appunto, ha rinnovato la disciplina del lavoro accessorio retribuibile con i buoni lavoro, eliminando i limiti soggettivi e oggettivi esistenti ed estendendolo a tutti i settori produttivi. Gli unici limiti sono quelli economici: il prestatore di lavoro non può infatti superare, in un anno civile, il compenso complessivo di 7mila euro netti percepibili dalla totalità dei committenti. Sulla base di questo decreto, è stato ritenuto ammissibile che i Gruppi consiliari possano fare ricorso sia al lavoro accessorio che al contratto di lavoro occasionale, che prevede un limite massimo di un anno civile e di 5mila euro lordi in modo da sottolineare il carattere episodico delle attività svolte e l’assenza di vincoli di subordinazione al committente.
Le risorse finanziarie assegnate ai Gruppi consiliari per il loro funzionamento, come previsto dal Testo unico degli enti locali e disciplinato dal Regolamento comunale, sono determinate annualmente in sede di bilancio preventivo con una delibera che indica anche la tipologia delle spese ammissibili che devono essere connesse alla finalità dell’ente, al ruolo istituzionale dei gruppi medesimi e all’espletamento del mandato. Sono quindi spese ammissibili quelle di promozione istituzionale dell’attività del gruppo consiliare; di aggiornamento, studio e documentazione; di partecipazione a iniziative; di funzionamento del gruppo; di comunicazione istituzionale. A queste si aggiungono ora quelle per il compenso di prestazioni di lavoro da parte di terzi. Ogni spesa deve essere rendicontata e documentata. Sono comunque sempre non ammesse le spese di carattere personale e a favore di familiari o di società di cui essi siano titolari o soci; le erogazioni a fini di beneficenza; gli acquisti di beni per concorsi a premi o simili.
I consiglieri intervenuti nel dibattito hanno ricordato che l’integrazione del regolamento è nata su richiesta di alcuni gruppi consiliari. Mario Bussetti (M5s) ha affermato che “la novità consiste nell’estendere le modalità con cui si possono pagare regolarmente prestazioni di lavoro occasionali o accessorie”. Marco Chincarini (Per me Modena) ha ringraziato gli uffici comunali per il lavoro impegnativo di approfondimento della normativa e Paolo Trande (Pd) ha osservato che “per l’entità dei fondi assegnati e per le regole di utilizzo, siamo tra gli enti che usano le risorse in modo funzionale al ruolo che dobbiamo svolgere”.
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