18/12/2015

DUP 2016-2018, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

La maggioranza sottolinea “gli indirizzi funzionali alla città nonostante l’incertezza del quadro nazionale”. L’opposizione contesta “strategie non ben definite e riscontrabili”

Il Documento unico di programmazione 2016-2018, che definisce l’orizzonte strategico della manovra finanziaria del Comune di Modena, è stato approvato dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 17 dicembre con il voto favorevole di Pd, Sel e Futuro a sinistra. Contrari M5s, FI e Area popolare mentre si è astenuto il gruppo di Per me Modena.

Insieme al Dup, presentato dall’assessora al Bilancio Ludovica Carla Ferrari, l’Assemblea ha approvato anche tre ordini del giorno collegati, due illustrati da Fabio Poggi (Pd) e uno da Marco Cugusi di Sel. Il primo, votato all’unanimità, sulla possibilità di istituire un fondo integrativo a completamento delle opere di urbanizzazione realizzate dai privati. Il secondo, approvato con il voto favorevole di Pd, Sel, Fas, Per me Modena e FI e l’astensione di Ap, chiede di effettuare un’analisi più precisa dell’andamento demografico e socioeconomico della città nei prossimi anni. La mozione presentata da Marco Cugusi, che ha avuto il sì di Pd, Sel, Fas, Per me Modena (astenuti FI e Ap), chiede di inserire nel Dup azioni già approvate dal Consiglio con precedenti ordini del giorno tra le quali la possibilità di ridurre la Tari agli esercizi commerciali che rinunciano ad avere slot machine. 

Aprendo il dibattito per il Pd, Tommaso Fasano ha sottolineato in particolare due indirizzi d’azione che emergono dai numeri contenuti nel Dup: “La necessità di integrare sempre di più i nuovi cittadini modenesi, quelli non nati qui che sono più del 15 per cento della popolazione e sono in massima parte giovani, e, all’opposto, quella di rispondere ai problemi posti dall’invecchiamento della popolazione, sono infatti più del 12 per cento i modenesi con più di 74 anni”. Fabio Poggi ha osservato che “il Dup risente di tantissime variabili che non dipendono dal Comune e questo fa sì che ci si muova all’interno di un labirinto pieno di incognite. Ma credo che la fotografia fatta dal Documento, per quanto incerta, serva davvero per fissare il maggior numero possibile di variabili determinanti nell’individuare la direzione da prendere. Uscire dalla crisi vuol dire anche uscire dall’ottica dell’immediato e avere di nuovo una prospettiva a lungo raggio”.

Secondo Paolo Trande “le strategie e l’idea di futuro contenute nel Dup sono sostenibili e funzionali ai bisogni della nostra città: si continua a puntare su sviluppo e coesione sociale, che sono le cifre caratteristiche di Modena, senza dimenticare la possibilità di inserire elementi forti di innovazione. I bisogni dei cittadini si sono modificati e quindi dobbiamo rimodellare la nostra offerta senza rispondere a logiche storiche e di autoconservazione”.

Domenico Campana di Per me Modena ha voluto sottolineare la richiesta “opportuna e necessaria di approfondire l’analisi sulla previsione demografica e socioeconomica per definire al meglio il quadro sul quale basare le decisioni future”.

Francesco Rocco (Futuro a sinistra), affermando che la Legge di stabilità “contrae le risorse a disposizione dei Comuni con effetti fortemente recessivi sull’economia locale”, ha evidenziato che “è vero che il Dup non prevede aumenti di tasse e sembra portare avanti un programma di investimenti, rispettando anche gli impegni presi sull’edilizia scolastica, ma bisogna insistere in questa direzione, soprattutto per far fronte ai bisogni primari delle persone indigenti. Per questo chiederemo anche di inserire a bilancio un fondo da destinare al pagamento della mensa scolastica per i cittadini che non sono in grado di farlo”.

Per il M5s Mario Bussetti ha sostenuto che nel Dup ci sono osservazioni condivisibili ma “generiche, che rendono difficile cogliere la strategia dichiarata. Gli investimenti sono presentati come positivi a prescindere, ma non viene detto qual è il ritorno atteso e non si condividono con la città i criteri con cui sono definiti e portati avanti. Su molti temi ci aspettavamo interventi più decisi”. Sul tema della partecipazione il consigliere ha poi sottolineato che “dipenderà poco da quanto scritto nel Dup e molto da quanto l’Amministrazione lascerà carta bianca ai cittadini e le scelte fatte fin qui non lasciano ben sperare”. Luca Fantoni ha sottolineato il valore degli ordini del giorno presentati, definendo in particolare “fondamentale l’inserimento nel Dup delle sollecitazioni già approvate in precedenti mozioni, in modo che non cadano nel nulla, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di sostenere, con la riduzione della Tari, gli esercenti che rinunciano ad avere giochi d’azzardo”. Anche per Marco Rabboni il Dup “mescola dichiarazioni di intenti puntuali con altre che non possono chiamarsi strategie, impedendo così di cogliere le priorità. Occorre un ripensamento dei servizi, abbandonando quelli non più necessari e riportando alla competenza della macchina comunale gli altri, e una riprogettazione ampia che dia spazio alle tante energie della città”.

Per Marco Cugusi di Sel “l’incertezza, sia in termini di quantità che di tempi, delle risorse che arriveranno dal Governo in sostituzione di Tasi e Imu ci impedisce di fare le nostre politiche. Penso che da parte di tutti si debba levare una voce di protesta per una scelta iniqua e dannosa che in altri tempi, con altri governi, fu fortemente contestata. Il taglio netto dell’Imu parte da un’idea di politica populistica che non ci appartiene”.

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