06/11/2015

OMOFOBIA E SESSISMO, “LA CITTÀ DI MODENA LI CONDANNA”

Così il sindaco Muzzarelli venerdì 6 novembre alla presentazione della ricerca sul tema. L’assessora Caporioni: “I dati sono la base per programmare le azioni future”

“Dalla ricerca su omofobia e sessismo a Modena è uscito un quadro confortante della nostra città: un città che riconosce i diritti delle persone, in cui ognuno può vivere la propria vita realizzandosi come crede, anche a livello affettivo; una città che condanna tanto l’omofobia quanto il sessismo, che rappresentano fattori di arretratezza civile e sociale”. Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli in apertura della presentazione della prima indagine svolta in una città per indagare su atteggiamenti e opinioni omofobe e sessiste nella popolazione modenese. I risultati della ricerca, realizzata dal Comune di Modena in collaborazione con l’Università di Bologna, sono stati illustrati venerdì 6 novembre nel corso di un convegno che si è svolto al Baluardo della Cittadella.

Come ha ricordato anche il sindaco nel suo intervento, il Comune di Modena ha promosso la parità di genere nel linguaggio; attivato il Registro delle unioni civili, “per consentire alle coppie anche dello stesso sesso di essere riconosciute pubblicamente”; realizzato, insieme alle associazioni Lgbt, una campagna contro l’omofobia, “per una comunità sempre più plurale, che non escluda nessuno e soprattutto in cui nessuno si senta escluso”.

Introducendo il convegno, l’assessora alle Pari opportunità Ingrid Caporioni ha spiegato che “i dati forniti dalla ricerca, raccolti in modo scientifico, sono la base sulla quale lavoreremo per programmare le azioni future dell’amministrazione in termini di parità e di lotta alla discriminazione. Il programma sarà il frutto di un lavoro collaborativo con le associazioni Lgbt e le associazioni femminili, con due ambiti di intervento prioritari: la prevenzione della violenza e l’ambito lavorativo nel quale, proprio la ricerca, ci conferma che le donne sono ancora discriminate, sia nell’accesso che nella carriera”.

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