Il costo della mostra di arte contemporanea “Il manichino della storia”, inaugurata in occasione del Festival filosofia e aperta al Mata di Modena fino al 31 gennaio, è confermato in 550 mila euro, Iva compresa, e i visitatori al momento sono stati quasi 10 mila. Lo ha affermato l’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza rispondendo in Consiglio comunale oggi, giovedì 5 novembre, all’interrogazione di Luigia Santoro (Area popolare) che chiedeva, appunto, i costi dell’iniziativa, i capitoli di spesa voce per voce e un chiarimento sulla stampa del catalogo.
“Nei 550 mila euro – ha spiegato Cavazza – sono comprese tutte le voci di spesa, compresi gli affitti e le spese per l’attivazione del nuovo spazio espositivo. Ci potranno essere piccole variazioni, visto che la mostra è ancora in corso, ma la cifra complessiva annunciata nei mesi scorsi è confermata”. Dopo aver specificato, come richiesto dall’interrogazione poi trasformata in interpellanza, i numeri dei singoli capitoli di bilancio, alcuni dei quali non dedicati esclusivamente alla mostra del Mata, l’assessore Cavazza ha elencato le principali voci di spesa: dai trasporti alle assicurazioni, dai servizi di accoglienza alle pulizie, fino alla comunicazione e agli allestimenti. Il catalogo è edito da Franco Cosimo Panini che ha sostenuto le spese. Il Comune ha acquistato 200 copie del volume con uno sconto del 50 per cento sul prezzo di copertina (59 euro) per una spesa complessiva di 5.900 euro. Il catalogo è in vendita in mostra al prezzo di 55 euro.
Per il capogruppo di Forza Italia Andrea Galli quelli illustrati sono “numeri impietosi di un’amministrazione che ha offeso i cittadini annunciando che la mostra avrebbe richiamato orde di turisti con Expo. Ma noi ne abbiamo intervistati cento e quelli che venivano da più lontano erano di Verona, niente a che fare con Expo. Ci avete raccontato un sacco di menzogne. Con questi numeri, al termine della mostra, chiederò le dimissioni dell’assessore”. Marco Chincarini (Per me Modena) ha insistito sulla necessità di conoscere quali iniziative siano stata intraprese per la promozione della mostra, mentre Marco Bortolotti (Movimento 5 Stelle) ha ricordato di avere già chiesto un approfondimento sulla programmazione degli eventi culturali: “Questa mostra avrebbe dovuto essere l’inizio di nuovo percorso che siamo ancora in attesa di vedere. Ed è un po’ che stiamo aspettando”.
“L’amministrazione - ha affermato Fabio Poggi (Pd) - non si è mai sottratta alla trasparenza. E’ giusto chiedere chiarimenti, ma se poi si dubita dell’attendibilità della risposta, allora bisogna rivolgersi in altre sedi”. Per Poggi si può fare ancora molto per promuovere la mostra e incentivare le presenze, ma per ragionare sui numeri “forse ha più senso aspettare che finisca”.
La capogruppo di Area Popolare Luigia Santoro si è dichiarata insoddisfatta della risposta per un elenco di spese non comprensibile e mantenendo dubbi sui costi del catalogo, mentre l’assessore Cavazza ha chiuso il dibattito sottolineando di “poter affermare con sicurezza di non aver mai dichiarato che la mostra richiamerà orde di turisti da Expo: io non ho intenzione di prendervi in giro né come consiglieri né come persone, ma ho il dubbio che la cosa non sia reciproca”.
Sui visitatori Cavazza ha aggiunto: “Qualsiasi numero non andrà bene perché è già stato detto che saranno sempre pochi”. E ha ricordato come nei giorni scorsi il critico d’arte Vittorio Sgarbi abbia raccontato di aver ricevuto sollecitazioni da Modena per dire, prima ancora di averla vista, che la mostra era brutta. “Credo – ha concluso Cavazza – che sia un atteggiamento da stigmatizzare, che non aiuta certo a valorizzare ciò che si sta facendo per la promozione di Modena, ma aiuta a capire come in molte polemiche ci sia solo la ricerca di visibilità politica”.
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