La dichiarazione d’intenti sottoscritta da 47 dei 61 candidati alla designazione in Consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di risparmio di Modena da parte del Comune non rappresenta “un atto di fedeltà, ma un atto di trasparenza, peraltro non obbligatorio”. Lo ha detto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli nel corso dell’informazione al Consiglio comunale di oggi, giovedì 1 ottobre, rispetto alle designazioni effettuate nei giorni scorsi per i quattro candidati di competenza del Comune (Paolo Cavicchioli, Donatella Pieri, Vincenza Rando ed Ernest Owusu Trevisi) e i due della Provincia (Silvana Borsari e Anselmo Sovieni) che ora sono al vaglio della Fondazione per le verifiche di idoneità previste dallo Statuto dell’ente per deliberare le nomine.
Tutti e sei i designati da Muzzarelli hanno sottoscritto la dichiarazione d’intenti allegata al bando per la presentazione delle candidature. “E’ una dichiarazione – ha spiegato Muzzarelli – che non chiede di rappresentare il Comune e il sindaco in sede di Fondazione, ma l’intera comunità rappresentata dai firmatari del Patto per la crescita, e di esplicitare i propri orientamenti generali sullo sviluppo della città e sui rapporti con i cittadini e le altre istituzioni”.
Si tratta quindi di un atto di “trasparenza da parte di chi nomina, perché sia chiaro che non esiste alcun rapporto di tipo personale o di fiducia meramente personale fra il sindaco e i candidati designati, ma un rapporto che si regge su una convergenza di valutazioni e obiettivi di interesse generale”. E Muzzarelli ha ricordato che, comunque le linee di mandato sono state approvate dal Consiglio comunale con 19 voti a favore, nove astenuti e tre contrari e che la dichiarazione d’intenti richiama il Patto sottoscritto da istituzioni e associazioni cittadine.
Per il sindaco, inoltre, si tratta anche di “trasparenza dei candidati, in coerenza con lo Statuto della Fondazione: tutti gli amministratori dovrebbero essere chiamati a motivare ai cittadini le loro scelte, spiegare i loro obiettivi e a rispondere della loro coerenza e dei loro risultati. Questo si è chiesto a gran voce nei mesi scorsi, ricordando, con intenti a quanto pare solo strumentali e polemici, che la Fondazione è dei cittadini”.
Per Muzzarelli, quindi, tutto ciò “non lede in alcun modo l'autonomia dell’ente e dei consiglieri, parte dei quali, lo ricordo, sono designati da altri soggetti della comunità modenese. Il sindaco non ha poteri di controllo o di richiamo e, soprattutto, non ha potere di revoca. Pertanto ciascun consigliere sarà assolutamente libero di esercitare il suo ruolo e di interpretare liberamente il passo dello Statuto che ne tutela l'indipendenza” che dice: “La designazione non comporta rappresentanza degli enti e degli organismi dai quali proviene la designazione stessa”.
“D'altra parte – ha ricordato il sindaco – il primo punto della dichiarazione fa riferimento esplicito allo Statuto della Fondazione e la specifica relativa agli scopi non elude certo il rispetto degli altri principi cui i nominati dovranno attenersi, ivi compresa l'opportunità, citata nella dichiarazione e nello Statuto della Fondazione di raccordare la propria attività con quella di altri enti e di collaborare con altri soggetti, pubblici o privati”. La dichiarazione, inoltre, prevede un impegno richiesto dal Consiglio comunale, anch'esso non obbligatorio ai sensi dello Statuto della Fondazione, che prevede la possibilità di audizione e di rendiconto dei consiglieri nel corso del mandato: “Anche questa clausola – ha concluso Muzzarelli – si ispira a un criterio di trasparenza e l'auspicio è ovviamente che tutti i candidati vorranno mantenere l'impegno e contribuire così al dialogo fra le istituzioni e la miglioramento dei rapporti con i cittadini”.
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