Se oggi, a Modena, chiedete a una quattordicenne cosa vuol fare da grande, molto difficilmente vi sentirete rispondere “l’ingegnere” ed è altrettanto raro che un coetaneo maschio ambisca a diventare maestro elementare. Perché? Su cosa si fondano queste risposte, quasi sempre prevedibili? Nasce anche da questo interrogativo il progetto “Stereotipi di genere sul lavoro: dal riconoscimento all’azione” che parte venerdì 16 gennaio con una serie di laboratori didattici nelle scuole medie e superiori, il primo sarà all’istituto Selmi, e che si sviluppa in modo articolato anche attraverso una ricerca sulle disparità tra donne e uomini nel mondo del lavoro, italiano e modenese; un videodocumentario con interviste a studenti e professionisti; conferenze pubbliche e un ciclo di presentazioni di libri sulle scelte di madri e padri.
L’iniziativa è promossa e organizzata dall’Udi di Modena, in collaborazione con il Centro documentazione donna, che cura in particolare la ricerca e la presentazione dei libri, e con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Modena.
“Siamo fanalino di coda in Europa per quanto riguarda i progetti didattici nelle scuole sui temi della parità di genere e dell’educazione all’affettività – spiega Ingrid Caporioni assessora alle pari opportunità del Comune di Modena – e per quello che si riesce a fare, come questo progetto, dobbiamo ringraziare la costanza di tante associazioni e dirigenti scolastici sensibili. Quello che serve è una legge nazionale per sistematizzare gli esempi virtuosi, come quelli modenesi, e creare un percorso istituzionale chiaro su questi temi”.
“L’obiettivo specifico del progetto – aggiungono le promotrici – è sollecitare, nei ragazzi e non solo, una riflessione su quanto le nostre scelte di studio e lavorative siano condizionate da stereotipi che incatenano soprattutto le donne, ma anche gli uomini a un ruolo sociale già determinato che sembra immutabile, e che invece non lo è”.
I laboratori didattici, 13 in tutto, coinvolgeranno 17 classi: nove della scuola media Ferraris e otto degli istituti superiori Selmi, Sigonio e dell’Iti Corni. Gli interventi, di durata variabile dalle quattro alle otto ore, saranno condotti da Judith Pinnock e Serena Ballista e punteranno a smascherare gli stereotipi di genere dando la possibilità ai ragazzi di esprimersi e confrontarsi. Gli studenti sono anche i protagonisti di un film documentario, girato dalla regista Wilma Massucco, che accosta ai loro dubbi e perplessità sul mondo del lavoro le esperienze e le testimonianze di professionista creando una sorta di dialogo.
Nell’ambito del progetto, il Centro documentazione donna, sta realizzando una ricerca sulle disparità che ancora allontanano donne e uomini nel mondo del lavoro, partendo dai dati diffusi alla fine del 2014 dal World economic forum nel suo report annuale: i dati classificano l’Italia al 114esimo posto, su 136 nazioni prese in esame, per partecipazione economica e opportunità, ultima tra i paesi europei e in peggioramento rispetto al 2013 quando era 97esima. Ancora peggiore, 129esima, è la posizione per quanto riguarda l’uguaglianza salariale a parità di posizione lavorativa e la disponibilità di servizi per la conciliazione. La ricerca per ora ha analizzato la dimensione nazionale mentre è in fase di completamento per quanto riguarda la realtà modenese.
Il Centro documentazione donna ha curato anche “Matrioska”, rassegna di presentazione di libri su madri e padri e su come si pongono rispetto alle scelte lavorative. La rassegna prende il via venerdì 16 gennaio, alle 18 nella sede del Centro, con l’incontro con Elisabetta Gualmini, autrice di “Le mamme ce la fanno”.
Il progetto “Stereotipi di genere sul lavoro”, che si concluderà nel mese di maggio, prevede infine incontri nelle scuole per diffondere e condividere esperienze e risultati del progetto.
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