“La procedura di appalto per la ristrutturazione dell’edificio delle ex Poste è già stata avviata ed entro alcune settimane pubblicheremo il bando per l’assegnazione degli spazi. Per l’avvio di Expo, inoltre, contiamo di avere già a disposizione una zona di 300-400 metri quadrati, dove potrebbe essere allestito un primo punto di accoglienza dei visitatori che raggiungeranno Modena in treno”. Lo ha annunciato l’assessore al Patrimonio e Lavori pubblici del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi rispondendo, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 15 gennaio, all’interrogazione del Movimento 5 stelle, illustrata dal consigliere Marco Rabboni relativa ai lavori dell’immobile delle ex Poste di via Nicolò dell’Abate 66, adiacente alla stazione dei treni.
In particolare, l’interrogazione chiedeva con che tempi saranno realizzati i lavori di ristrutturazione, a quale uso è destinato lo stabile e se l’Amministrazione ha accettato la richiesta di valorizzazione temporanea dell’edificio proposta dalle associazioni Amigdala, Architetti di Strada e Officina Emilia.
L’assessore ha spiegato che sono in corso trattative con Rfi (Rete ferroviaria italiana) “per poter avere un accesso diretto allo stabile dal primo binario, segnalato attraverso un percorso giallo che porti all’edificio, così da permettere ai visitatori un’uscita diretta su via dell’Abate verso il Mef, i Giardini ducali e la Palazzina Vigarani e tutte le altre aree della città che saranno interessate da iniziative legate a Expo. Un primo punto informativo per il quale, comunque, si stanno approfondendo ancora anche gli aspetti gestionali”.
Il bando per la gestione degli spazi, in uscita nelle prossime settimane, infatti, sarà orientato alla ricerca di gestori sia nella fase transitoria di Expo sia a regime, entro fine anno, quando i lavori all’edificio saranno completati. “Al bando – ha precisato Giacobazzi – potranno partecipare tutti i soggetti interessati, comprese le associazioni che hanno presentato una proposta in questa fase. È presumibile – ha proseguito – che al piano terra ci sia una prevalenza di attività aperte al pubblico, anche di natura commerciale, come bar o ristoranti. Al primo piano, invece, cercheremo di collocare altre iniziativa a carattere sociale, cultura e imprenditoriale. L’obiettivo – ha sottolineato Giacobazzi – è individuare soggetti che siano disposti a costituirsi in un coordinamento unitario, che sia una associazione o un consorzio, così da avere un unico interlocutore per il Comune”.
L’edificio, realizzato a metà 1900, ha una superficie complessiva di circa 2.500 metri quadrati ed è articolato su tre livelli: l’interrato di circa 400 metri quadrati, che rimarrà a destinazione di locali accessori (es. deposito), il piano terra di circa 1.400 metri quadrati, con l’ingresso alla palazzina e locali di varie dimensioni, e il primo piano, di circa 700 metri quadrati, raggiungibile tramite due scale e un ascensore, con un lungo disimpegno da cui si accede a locali di varie dimensioni, tra cui un luminoso open-space.
L’intervento, che avrà un costo di 1 milione 230 mila euro, prevede demolizioni e opere murarie di vario genere (coperture, pavimenti, serramenti, tinteggi), il rifacimento degli impianti elettrici (prese, illuminazione esterna e interna, trasmissione dati, telefonia) e meccanici (riscaldamento, raffrescamento, impianto idrico e sanitario), e l’installazione di un nuovo ascensore nel vano esistente dell’ex montacarichi.
Soddisfatto per la risposta il consigliere Rabboni che ha però sottolineato che “sembra non ci sia ancora un’idea chiara e definitiva delle attività a cui destinare lo stabile”.
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